Avviso pubblico Asp per autista di ambulanza, Cgil Basilicata: Revocare la delibera in autotutela. Di seguito la nota integrale.
L’Asp, con deliberazione 243 del 31 marzo 2022, ha indetto l’avviso pubblico per assunzioni a tempo determinato di personale del profilo di operatore tecnico senior – autista di ambulanza, considerato che nel piano dei fabbisogni triennale 2022 – 2024, in corso di approvazione da parte della giunta regionale, sono previste, solo per l’annualità 2022, assunzioni per 30 autisti di ambulanza.
La Cgil ha più volte richiesto in questi mesi la convocazione di un incontro proprio sugli autisti di ambulanza, con le ultime richieste, in ordine di tempo, risalenti al 28 febbraio e al 29 marzo 2022.
Crediamo sia imprescindibile aprire una discussione, anche alla luce dell’attuale presenza in servizio di 21 autisti di ambulanza acquisiti dall’azienda sanitaria mediante l’utilizzazione di lavoratori in somministrazione (servizio affidato dalla SUARB, di cui l’Asp ha preso atto con la delibera del direttore generale n. 415/2020), assegnati al servizio di emergenza urgenza, e 14 autisti di ambulanza, assegnati alle Usco, assunti da una ditta in appalto.
La Fp Cgil si è sempre opposta all’utilizzo di lavoratori in somministrazione o attraverso tipologie contrattuali differenti da quelle a tempo determinato, contestando lo stesso bando della Regione Basilicata, che sdoganava, di fatto, l’utilizzo del lavoro interinale nella pubblica amministrazione, con le stesse Aziende del servizio sanitario regionale che hanno iniziato ad utilizzare tale strumento, tra l’altro senza alcun criterio di estrema necessità ed eccezionalità, anche per figure per le quali erano presenti graduatorie di avvisi pubblici.
Nel caso degli autisti di ambulanza, tuttavia, un piccolo inciso è d’obbligo: in Basilicata, sin dall’istituzione del Dires, il servizio di emergenza urgenza è totalmente pubblico e pertanto, in Regione, sono difficilmente reperibili figure che abbiano maturato il requisito dei 5 anni di esperienza lavorativa che non siano di volontariato.
Riteniamo assurdo, alla luce di tutto ciò, che oggi, proprio sugli autisti di ambulanza, si acceleri sulla pubblicazione di un avviso,altresì in assenza di approvazione definitiva del piano dei fabbisogni da parte della regione,senza alcun preventivo confronto atto a verificare lo status quo del personale operante e con le organizzazioni sindacali che da mesi chiedono un tavolo di confronto.
Nel bando, tra l’altro, anche per la manciata di lavoratori in forze all’Asp che, requisiti alla mano, potessero accedere a inoltrare domanda, non è prevista alcuna specifica valorizzazione per il periodo svolto in Aziendae per il servizio prestato in pandemia.
La Direzione strategica dell’Asp, insediatasi ormai da quasi tre mesi, non solo non ha trovato ancora il tempo di convocare le Organizzazioni sindacali per iniziare un dialogo sulle tante questioni che pesano sull’organizzazione aziendale, ma, con assoluta autoreferenzialità, procede a prendere decisioni che fortemente impattano sul futuro dei lavoratori e degli stessi servizi.
Con quest’atto, si rischia di lasciare a casa, in seguito al requisito richiesto dei cinque anni di esperienza professionale debitamente documentata nel corrispondente profilo presso pubbliche amministrazioni o imprese private, esclusa l’attività di volontariato,seppur normativamente previsto,lavoratori che nel periodo più duro della pandemia non si sono mai tirati indietro e hanno messo a rischio la loro stessa vita per garantire il diritto alla salute di tutti i lucani. Non tutti rischierebbero la vita senza una effettiva tutela per il futuro, eppure questi 35 lavoratori lo hanno fatto, con grande professionalità e spirito di abnegazione, affiancando sulle postazioni gli infermieri e contribuendo alla buona riuscita degli interventi.
Come Cgil abbiamo sempre sostenuto con forza che i contratti di lavoro precari nel pubblico impiego, più che mai nella sanità, fossero assolutamente da evitare, in quanto rendono precari non solo i lavoratori, ma la stessa offerta di salute. Eppure, quando si crea precariato, riteniamo sia abbia l’obbligo morale di gestire con estrema cautela le questioni, per non far sì che questi lavoratori passino in un lampo da eroi durante l’emergenza Covid ad angeli caduti e dimenticati, che a breve rischiano di restare a casa, senza più un lavoro.Le professionalità acquisite non possono e non devono essere disperse, ma valorizzate e trattenute all’interno del mondo del lavoro pubblico.
Infine ci chiediamo le motivazioni che hanno spinto l’Azienda a traslare pedissequamente i requisiti previsti per il concorso a tempo indeterminato per un avviso pubblico a tempo determinato, quando era la stessa Asp, in risposta all’istanza di una lavoratrice nostra rappresentata, in merito a un avviso pubblico del 2020, a scrivere: «è principio del tutto consolidato e assolutamente prevalente in giurisprudenza quello per cui il bando di concorso è la “lexspecialis” della procedura, le regole da Lei invocate disciplinano le procedure concorsuali per assunzioni a tempo indeterminato e, pertanto, non sono di immediata e diretta “traslazione” nell’ambito delle diverse procedure di avviso pubblico per assunzioni a tempo determinato. Per vero, queste ultime procedure non trovano precipua regolamentazione in specifiche discipline normative o regolamentari, ma sono orientate esclusivamente (con le modalità ed i criteri stabiliti negli avvisi) a valutazioni comparative utili alla formazione di conseguenti graduatorie; tanto nel rispetto, peraltro, dei principi di efficienza e celerità, oltre che di efficacia, che sottendono alle procedure selettive».
Alla luce di tutto quanto sovraesposto, la Cgil chiede il ritiro immediato in autotutela della delibera e l’urgente convocazione di un incontro al fine di garantire, attraverso un percorso condiviso, il superamento del precariato in sanità. In assenza di riscontri, si preannuncia che sarà dichiarato lo stato di agitazione di questi lavoratori e saranno organizzati presidi permanenti davanti le sedi dell’Asp.