Sono 61.555 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, contro i 64.951 di ieri e, soprattutto, in leggera discesa rispetto ai 66.535 casi di venerdì scorso. I tamponi processati sono 397.482 (ieri 438.375) con un tasso di positività che sale dal 14,8% al 15,5%. I decessi sono 133 (ieri 149): le vittime totali dall’inizio dell’epidemia salgono così a 161.469.
Ancora in calo i ricoveri: le terapie intensive sono una in meno (ieri -29), con 49 ingressi del giorno, e scendono a 419 totali, mentre i ricoveri ordinari sono 95 in meno (ieri -91), tornando sotto quota diecimila a 9.980 in tutto. E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
La regione con il maggior numero di casi odierni è la Lombardia con 8.098 contagi, seguita dal Lazio (+6.947), Campania (+6.679), Veneto (+6.325) ed Emilia Romagna (+4.748). I casi totali dall’inizio della pandemia salgono a 15.595.302. I dimessi/guariti delle ultime 24 ore sono 70.895 (ieri 65.664) per un totale che sale a 14.214.909. Gli attualmente positivi scendono ancora, 8.738 in meno (ieri -196), 1.218.924 in tutto. Di questi, 1.208.525 sono in isolamento domiciliare.
La ricerca New England Journal of Medicine: “Con quarta dose -74% rischio morte over 60”
Negli ultrasessantenni , la quarta dose di vaccino contro il Covid-19 riduce dal 62 al 74% il rischio di forme severe di Covid, ricovero e morte nel mese successivo alla somministrazione. È il dato che emerge da un’analisi condotta in Israele e pubblicata sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha preso in considerazione 182.122 persone con più di 60 anni seguiti dal Clalit Health Services (CHS), un network sanitario privato israeliano. La metà si era sottoposto alla quarta dose tra gennaio e febbraio, l’altra metà era vaccinata solo con tre dosi da almeno quattro mesi. Nei vaccinati con quarta dose, nel periodo tra il settimo e il trentesimo giorno dopo la vaccinazione, è stata osservata una riduzione in tutti gli indicatori di rischio: in media, -45% nel rischio di infezione, -55% nel rischio di Covid sintomatico, -62% di forme gravi, -68% di ricovero e -74% di morte.
Nello studio, avvertono i ricercatori, “il follow-up è stato breve e perciò non siamo in grado di valutare gli effetti a lungo termine, compresa la possibile perdita di efficacia del vaccino”. Tuttavia, “i risultati del nostro studio nel mondo reale suggeriscono che la quarta dose di vaccino è, almeno inizialmente, efficace contro la variante Omicron”.
Oms: nel mondo superati i 500 milioni di casi Covid
Il numero di casi confermati di Covid-19 nel mondo ha superato i 500 milioni, come mostrano gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A livello globale infatti vi sono stati 500.186.525 casi confermati di Covid-19, di cui 6.190.349 decessi segnalati all’Oms, secondo il comitato per l’emergenza Covid dell’organizzazione. Il dato è aggiornato alle 20:36 Cest (18:36 Gmt) di ieri. Gli Stati Uniti hanno il più alto numero totale di casi confermati e di morti, con più di 79,71 milioni di casi e 979.321 morti; entrambe le cifre rappresentano quasi il 16% del totale mondiale.
A seguire ci sono India e Brasile, che hanno registrato rispettivamente più di 43 milioni e 30 milioni di casi, e 521.737 e 661.493 morti. Quanto alle sedi regionali dell’Oms, l’Europa e le Americhe hanno segnalato finora rispettivamente più di 209 milioni e 151 milioni di casi confermati, nonché 1.964.786 e 2.711.779 vittime. Le due aree messe insieme rappresentano oltre il 72% del totale mondiale dei casi confermati e oltre il 75% dei decessi. Mentre, secondo le statistiche dell’Oms, il numero settimanale di nuovi casi e morti da Covid-19 continua a diminuire, l’agenzia ha prcisato mercoledì che la pandemia rimane un’emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale, consigliando ai Paesi di essere pronti ad ampliare rapidamente la risposta al Covid-19.
Iss-Istat, morti in Italia sovrastimati del 10%
In Italia le morti di pazienti Covid sarebbero state sovrastimate rispetto ad altri Paesi europei. Il trend era già emerso dal settimo rapporto congiunto tra l’Istat e l’Istituto Superiore di Sanità sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità complessiva, pubblicato a marzo, che fotografava quello che è avvenuto negli ultimi due anni. Il campione preso in considerazione dall’Iss è rappresentativo ù per età, provenienza geografica, patologie ù dei decessi Covid nel complesso. In alcuni casi – si stima il 10% del totale – i pazienti sarebbero morti “con” il Covid e non “per” il Covid. Nel dettaglio, nel rapporto si spiega come nelle cartelle cliniche prese in esame, il Covid venga indicato come l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% dei casi è presente una concausa e nel 48% si riscontrava più di una causa possibile per il decesso. Nel 90% delle schede compilate dai medici italiani, però, il Covid veniva indicato come causa direttamente responsabile del decesso. Da questa discrepanza deriverebbe una sovrastima dei dai dei decessi per Covid nel nostro Paese.
In Usa arriva il primo test diagnostico dal respiro: la risposta in 3 minuti
La Food and Drug Administration americana (Fda) ha autorizzato il primo test diagnostico per Covid-19 che funziona rilevando nel respiro i composti chimici associati a un’infezione da SarsCoV2. Il dispositivo usa una tecnica definita gascromatografia-spettrometria di massa, attraverso cui i composti presenti nell’aria espirata vengono separati e analizzati per rilevare cinque composti organici volatili. Fornisce i risultati in circa tre minuti. Nei test condotti su circa 2.400 persone, anche asintomatici, ha dimostrato una sensibilità, cioè la capacità di identificare correttamente i positivi, del 91,2% e una specificità, vale a dire la corretta identificazione dei negativi, del 99,3%. Questi dati sono stati confermati anche in un successivo studio realizzato durante il periodo in cui la variante prevalente era Omicron. Si prevede comunque che, in caso di positività, sia necessaria la conferma con il tampone molecolare. “L’autorizzazione di oggi è un altro esempio della rapida innovazione nel campo dei test diagnostici per Covid-19”, ha affermato Jeff Shuren, direttore del Center for Devices and Radiological Health della Fda.