Terre di Aristeo: al nostro turismo rurale non può bastare il pienone di Pasquetta. Di seguto la nota integrale.
“Il punto di debolezza del turismo rurale della nostra regione è nei dati di soggiorno presso le strutture agrituristiche: i pienoni di Pasqua e Lunedì dell’Angelo ai tavoli non si traducono in pernottamenti che, come confermano i dati ufficiali dell’Apt, lo scorso anno hanno registrato una media al di sotto dei 3 giorni e un tasso di occupazione delle camere vicino al 25% annuo. Tra l’altro senza intercettare il turismo religioso, i fedeli che vengono per Pasqua in pellegrinaggio nei santuari e per assistere alle tradizionali e storiche via Crucis, in via di ripresa sia pure ridotta. E’ anche questo uno dei motivi del Progetto sperimentale Terre di Aristeo per far diventare “più forti” le debolezze della nostra offerta di turismo in campagna, all’aria aperta, nei borghi”. A sottolinearlo è l’a.d. Terre di Aristeo Saverio Lamiranda per il quale se l’Italia è leader mondiale nel turismo rurale e può contare su 253 mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola negli agriturismi presenti lungo tutta la Penisola dove si è verificata una profonda qualificazione dell’offerta, la situazione in Basilicata richiede uno sforzo maggiore, innanzitutto, per ammodernare camere e servizi. Si tratta principalmente di adeguare l’offerta al turista tipo che sceglie di passare le sue vacanze in un agriturismo: ha dai 30 ai 50 anni, abita nel centro nord, è laureato e svolge un lavoro impiegatizio o da libero professionista, cerca attività per conoscere il territorio del suo viaggio. Non è più sufficiente – aggiunge Lamiranda – contare sull’appeal della campagna, sul senso di libertà che trasmettono gli ampi spazi e sulla bontà e qualità del nostro cibo. Perché il 2022 sia finalmente un’estate di vera ripresa, come l’andamento dei flussi turistici delle festività pasquali e le positive prenotazioni per il ponte Primo maggio ci indicano, bisogna fare di più. Per Terre di Aristeo la formula dello “star bene” rende l’offerta più integrata e in grado di rispondere più efficacemente alle tendenze in atto, modificate anche dal Covid-19. La ricerca di maggiori spazi, di ambienti più salubri, del rispetto delle norme a tutela della salute personale, sono alla base di questa scelta. Che non è un’alternativa al turismo tradizionale, bensì una sua evoluzione ed ampliamento: raccoglie esigenze, consuetudini e mercati che possiamo definire storici collocandoli nell’ambito di un’offerta più adeguata alle richieste del nuovo che avanza. Ad ulteriore riprova della scelta, è noto che il benessere, l’ospitalità e il viaggio stanno convergendo, in modi diversi e senza precedenti, sperimentando partnership e modelli di business per aiutare i viaggiatori a integrare il benessere in ogni aspetto del loro soggiorno: gastronomia, alloggi, relax, ospitalità, escursioni, relazioni, esperienze didattiche e formative, shopping e altro”.