In occasione della Festa della Liberazione il politologo materano Franco Vespe esprime alcune riflessioni anche in relazione al conflitto in Ucraina. Di seguito la nota integrale.
Ancora qualche riflessione sulla guerra in Ucraina. Alcuni giorni fa ho ascoltato un frammento di un talk show russo. C’era una opinionista russa che discettava sul nuovo modello autocratico Russo-Cinese. Sostanzialmente la tesi era che le nuove tigri economiche autocratiche stavano dimostrando che la via dello sviluppo di una nazione non passa necessariamente attraverso la conquista della libertà e la democrazia. Anzi! A dirla con la illustre opinionista, lo sviluppo si potrebbe addirittura accelerare con una sapiente repressione delle “opposizioni” e delle libertà individuali come sta avvenendo in Russia! Questo ci dice che, parallela alla guerra con le armi in Ucraina, si sta combattendo oggi una guerra fra valori etico/politici contrapposti. Abbiamo una parte di mondo, temo ormai maggioritario, che crede che le democrazie occidentali siano in un irreversibile declino. L’attacco all’Ucraina è stato probabilmente ispirato da questa convinzione condivisa da Russia e Cina. Gli storici ed i geo-politici, stanno cadendo in questa trappola. Se la storia dell’uomo è storia di imperi alla ricerca di predominio territoriale, economico e ideologico, allora il sacrificio delle libertà personali e della democrazia ci può stare se esso può favorire questo predominio. Accadde nell’antica Roma quando il passaggio dalla Repubblica all’impero fu via obbligata per governare un territorio ormai diventato troppo vasto per essere guidato dalla lentezza repubblicana. Sembra che stia funzionando nella neo-imperiale Cina dove la repressione dei diritti civili (dumping sociale) si sta dimostrando uno strumento straordinario per sostenere lo sviluppo economico ed il dumping economico ai danni di altri paesi. La tanto osannata capacità cinese di pianificare sui tempi lunghi, non si basa su di una virtù storica-culturale dettata da Confucio, ma sudi una stabilità politica suggellata con la proclamazione di Xi Jinping come “fürher” a vita della Cina. Quello che l’opinionista russa, a cui fa eco il nostro ineffabile Sen. Petrocelli -alla sua età ancora appassionato della Zeta di Zorro- non comprendeche le democrazie occidentali non sono degli imperi ben paludati, che concedono per pura magnanimità populista, apparente libertà e diritti civili ai loro sudditi. L’obiettivo ed il fine supremo delle democrazie occidentali, scolpito in modo indelebile nelle loro costituzioni, è quello di garantire la tutela delle libertà e dei diritti civili delle persone. Hanno ragione di esistere solo e soltanto per questo! La costituzione americana già nel 1786 mette come primo articolo il diritto alla felicità di ogni persona. La nostra costituzione all’art. 2 recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità…..”
Purtroppo devo constatare a malincuore che questo aspetto delle democrazie occidentali, non solo sfugge all’opinionista russa, ma sfugge anche a nostri stimabili storici e geo-politici come i Canfora (non si può proprio ascoltarlo!), i Cardini, lo stesso compassato Caracciolo (le 3 C) o ai “poveri a lui” come Orsini,. Sfugge per deviazione professionale. Perché loro sono gli storici ed i geo-politici degli imperi, dei grandi e spesso sanguinosi eventi, intrigati come sono dalle contrapposizioni e congiure fra grandi potenze. Dalle loro analisi, la compassione umanitaria non è dovuta, così come non è dovuta da un medico per un paziente. Sfugge loro che l’Ucraina non è solo un teatro dove si stanno giocando partite geopolitiche cruciali, ma è anche un nervo venuto allo scoperto dove due concezioni diverse di intendere la storia e la convivenza dei popoli si stanno per l’ennesima volta scontrando mortalmente. Per questo forse farebbe bene avere in televisione meno Orsini o le 3 C, e più iZagrebelsky o iCassese. Caso particolare poi è quellodello storico Canfora. Nelle sue analisi c’è chiaro dolo ideologico. Di fatto spaccia per stato nazista di vecchia data l’Ucraina, a partire dalla II guerra mondiale, per finire alla brigata Azov. Omette dolosamente (è doloso perché uno storico non può non sapere!) che l’Ucraina fu ferocemente occupata dall’URSS nel 1923 e che subì negli anni 30 l’Holomodor, ovvero il genocidio per fame dei Kulaki. Questo spiega perché alcune frange militari ucraine (cosacchi) sostennero l’invasione nazista. Omette dolosamente che nel 1994 l’Ucraina, terza potenza nucleare mondiale, fu convinta a cedere il suo armamento atomico alla Russia avendo l’assicurazione da parte russa, USA e Gran Bretagna che i suoi confini sarebbero stati preservati. Trattato di non proliferazione nucleare ben più pesante del trattato di Minsk del 2015! Anzi è stato proprio quest’ultimo a violare quello del 1994!
Sempre i geo-politici giustificano l’aggressione Russa come risposta all’espansione della NATO verso Est come se questa fosse una vera e propria pervasiva invasione militare. Divieto di espansione forse promesso, ma mai sancito da nessun trattato. Non si chiedono però perché questa è avvenuta. Non risulta che la NATO abbia imposto con le armi la sua presenza in questi paesi. Il motivo che ha portato la NATO ad espandersi verso Est è stato lo stesso per il quale il muro di Berlino veniva sempre scavalcato da Est verso Ovest e mai in direzione inversa. Paesi dell’ex blocco sovietico hanno chiesto di aderire alla NATO perché la loro ritrovata indipendenza e libertà fosse irreversibilmente garantita.Possibile che la cosa non è ancora chiara alle 3 C? Poi ineffabile l’”equilibrato” Caracciolo. Ha dichiarato candidamente che ancora non ha capito cosa vogliono gli Ucraini. Caracciolo: gli Ucraini vogliono difendere la loro patria, il loro territori, la loro meravigliosa vita normale! Quello che facemmo noi con la Resistenza 77 anni e più fa e che stiamo festeggiando oggi. Essere resistenti partigiani oggi significa adoperarsi perché possano essere festeggiate altrettante liberazioni nel mondo: in Ucraina, come in Siria, in Afganistan, come in Yemen.
Buona festa di Liberazione a tutti
Francesco Vespe