Caso senatore Petrocelli, senatore De Bonis (Forza Italia): “Non potevamo più tacere”. Di seguito la nota integrale.
Finora ci siamo astenuti dal commentare la vicenda del senatore lucano Vito Petrocelli, per varie ragioni.
Innanzitutto, perché crediamo che ogni opinione sia legittima, seppur diversa dalla nostra. E questo tanto più vale per un parlamentare della Repubblica.
Secondo perché non ci piacciono le epurazioni e le espulsioni, anche perché le abbiamo subite (e Petrocelli lo sa bene). Poi perché Petrocelli è un collega del Senato e proviene anche lui dalla Basilicata, e quindi lo conosciamo bene.
Però a tutto c’è un limite. Passi il dissenso sulla politica estera italiana, passi il dissenso sulla guerra ucraina, passi il sostegno – di certo non sobrio – alle sole ragioni dei russi.
Ma arrivare a sfregiare la festa della Liberazione con quello che di fatto è il simbolo dell’aggressione di Putin, cioè la Zeta (simbolo inventato dalla propaganda russa per terrorizzare il popolo ucraino e che viene disegnato sui carri armati, sui missili, sulle bombe ecc.) appare francamente imperdonabile.
Prescindendo dalle decisioni politiche che lo riguarderanno all’interno del Movimento 5 Stelle (e dai silenzi di alcuni colleghi conterranei), ci chiediamo se il senatore Petrocelli possa dire in coscienza di avere la serenità d’animo per presiedere la Commissione Affari esteri del Senato.
Ce ne dispiace sinceramente, per Petrocelli, per il Senato, per l’Italia e per la Basilicata.