Marco Dimantova, Segretario di Venosa in Azione: agli annunci dovrebbero seguire i fatti. Che l’ospedale di venosa ritorni al suo ruolo primario”. Di seguito la nota integrale
“Con grande soddisfazione possiamo annunciare la riapertura dell’Ospedale di Venosa il 20 Novembre, dopo la lunga fase Covid, che resta comunque sotto la nostra attenzione, anche data la curva dei contagi. Ma grazie alla campagna vaccinale, che vede un 87% dei lucani vaccinabili che hanno ricevuto almeno una dose, oggi abbiamo numeri nettamente migliori rispetto a un anno fa. E questo sforzo della Regione ci consente di riaprire l’Ospedale di Venosa. Ringrazio l’Assessore Leone e il Dr. D’Angola per questo servizio alla comunità di Venosa e di tutta l’area circostante”. Questo è quanto affermava, in una nota del 18.11.2021, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
Sono passati ormai cinque mesi dall’annunciata decisione, del Presidente Bardi, di far ripartire le attività sanitarie del Nostro presidio ospedaliero dopo che lo stesso era stata destinato, nel mese di marzo 2020, a diventare centro Covid a bassa intensità. Ci si aspettava che, dopo le parole del Presidente, le attività del nosocomio venosino dovessero riprendere, con gli interventi della sala operatoria, e che tutte le prestazioni sanitarie offerte in passato fossero a disposizione dell’intera comunità venosina e del suo circondario.
Noi di Venosa in Azione avevamo sempre sostenuto, e sosteniamo, che, seppur in piena quarta ondata, ci fosse la possibilità di far convivere il reparto Covid e le altre attività e che sarebbe stato possibile, sin da subito, evitare la dislocazione e la temporanea chiusura di importanti e rinomate unità operative, con disagi per operatori e pazienti.
Tuttavia, non solo a oggi dell’annunciata ripartenza e del suo potenziamento, come tanto annunciato e sbandierato dall’ex Assessore Regionale Rocco Leone, si sono smarrite le tracce, ma la miope gestione della sanità cui stiamo assistendo, continua a produrre discrasie incomprensibili e dannose per i pazienti.
Basta con le promesse da marinaio. ll diritto alla salute è sancito dalla Costituzione.
La scelta scellerata di svuotare l’ospedale di Venosa, uno dei presidi territoriali di eccellenza della nostra sanità lucana, per trasformarlo in centro Covid, ha evidenziato pressappochismo e poca conoscenza della realtà territoriale e dei bisogni sanitari della nostra comunità.
Un pensiero, ed un ringraziamento di cuore, va ai tanti operatori sanitari che pur nelle difficoltà hanno garantito a tutti noi la migliore assistenza sanitaria. Grazie
Come segretario della locale sezione di Venosa in Azione ritengo che è giunto il momento di fermarsi e soprattutto di confrontarsi con la comunità locale e dico con chiarezza BASTA con questo temporeggiare.
Cogliendo lo spirito costruttivo il Presidente Bardi ascolti e si confronti con chi rappresenta la comunità venosina.
Si apra il confronto per costruire insieme il futuro del Nostro nosocomio.
Temi di così vitale importanza devono essere affrontati con grande determinazione nelle sedi istituzionali e soprattutto non possono diventare un elemento politico divisivo ma devono, di contro, compattare le forze politiche, l’intera comunità, operatori sanitari e non.
Ed è con questo spirito che la politica deve relazionarsi, anche in modo “forte” con gli enti sovraordinati.
Perciò noi di Venosa in Azione riteniamo che il ritorno alla normalità con il ripristino dei servizi era, ed è, fondamentale per la Nostra comunità.
Noi di Venosa in Azione diciamo che occorre vigilare su tutti gli atti gestionali che portino ad attuare quanto dalla comunità richiesto per il ripristino dei servizi ospedalieri e che questo sia la fine di un travagliato percorso che ha visto la stessa nostra comunità del comprensorio venosino, e dell’intero Vulture Alto – Bradano, compiere uno dei più grandi sacrifici per fronteggiare l’emergenza pandemica vedendosi privare, seppur (speriamo) temporaneamente, del proprio nosocomio cittadino.
Il Ridimensionamento dei servizi ospedalieri ha comportato un’enorme sacrificio da parte dei pazienti e questo ha rappresentato un immenso contributo alla risoluzione di tale emergenza per tutta la Regione Basilicata che, mi auguro, sarà tenuto di buon conto.
Noi di Venosa in Azione siamo pronti, in qualsiasi momento, a dare il nostro contributo alla causa ospedaliera invitando ad andare avanti con ottimismo e determinazione tralasciando alle spalle polemiche che mai, men che meno in questo momento, si dovrebbero fomentare.
Come segretario della locale sezione di Venosa in Azione ribadisco il nostro supporto politico affinché l’ospedale di Venosa ritorni a ricoprire il ruolo che merita e soprattutto ad offrire tutti i sevizi sanitari, che erano pre – Covid, all’intera comunità non solo venosina ribadendo un concetto che sia da monito all’intera classe politica che è quello per il quale il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione italiana.