La UIL FPL prende atto delle rassicurazioni fornite dall’ amministrazione regionale sull’adozione del Piano dei Fabbisogni , dopo le decisioni della Corte dei Conti in merito al personale delle ex Comunità montane, ma sull’attuazione di questo Piano precisa che siamo drammaticamente in ritardo. Questo importante strumento di programmazione, infatti, è estremamente articolato e complesso e non tutto si può realizzare contemporaneamente, perciò vanno fatte le scelte e stabilite alcune priorità. Prima di entrare nel merito, tuttavia, la scrivente ritiene doveroso precisare che il Personale delle ex Comunità Montane non sta nei ruoli della Regione in modo “abusivo”, ma frutto di una precisa scelta politico programmatica e che oggi ricopre ruoli strategici all’interno dell’amministrazione. Questa campagna strisciante di delegittimazione nei loro confronti è inaccettabile, essendo personale della pubblica amministrazione e che non poteva in nessun modo essere abbandonato a se stesso. Sulla chiusura delle Comunità Montane il sindacato espresse allora molti dubbi, così come sulla riforma delle province, ma non fu ascoltato a tutti i livelli. Le Comunità montane dovevano lasciare il posto alle Unioni dei Comuni che sono state, salvo qualche rara eccezione, un vero fallimento per il prevalere dei campanilismi territoriali. L’inserimento nei ruoli perciò fu una scelta obbligata per salvare i servizi e i posti di lavoro. Le regioni si sono dovute caricare il peso di riforme non accompagnate da risorse e per giunta senza poter allentare i vincoli occupazionali e dello stesso Patto di Stabilità. Il percorso non è stato forse del tutto lineare, ma il Sindacato lucano ha sempre fatto fino in fondo il suo mestiere e cioè in primis quello di difendere i posti di lavoro. Questo per chiarezza e per restituire dignità ai lavoratori delle ex Comunità montane, che oggi, pur ridotti dei due terzi rispetto a dieci anni fa ( incidono ormai molto poco sul tetto di spesa del personale), sono indispensabili per il funzionamento della macchina amministrativa regionale.
Fatte queste doverose considerazioni, quindi, la UIL FPL chiede di procedere di conseguenza, a partire dall’assunzione dei sei lavoratori precari, esclusi dalla stabilizzazione del 2021 e dal bandire l’avviso di stabilizzazione dei precari nella categoria C, dal passaggio a tempo pieno dei lavoratori con un contratto di lavoro a tempo parziale che operano prevalentemente nell’ambito dell’agricoltura e della forestazione(dottori forestali e Agronomi e lavoratori Alsia) e dalla redazione e scorrimento delle graduatorie delle nuove progressioni verticali, le cui prove si sono svolte mesi orsono. Sono provvedimenti che hanno un costo relativamente modesto, ma rappresenterebbero un segnale di grande attenzione nei confronti di queste categorie di lavoratori. Sanate queste problematiche, è necessario mettersi rapidamente al lavoro per incrementare in modo significativo l’orario di lavoro ai 112 stabilizzati figure già formate perché da anni operano nell’amministrazione e possono dare un forte impulso all’attività amministrativa e per effettuare i concorsi previsti in modo da inserire giovani professionisti all’interno dell’amministrazione regionale, anche in vista dell’attuazione del PNRR.