Crisi Governo Bardi alla Regione Basilicata, Europa Verde-Verdi Basilicata: “I 10 minuti più lunghi della storia”. Di seguito la nota integrale.
Nel frattempo che le ore trascorrono inutilmente e l’esercizio provvisorio si manifesta in tutta la sua drammaticità, la maggioranza di centrodestra, ritrova la serenità perduta – leggi riequilibrio di posizioni – riattivando l’ora degli orologi. Ora ferma alle 20:00 del 26 aprile 2022 per quella che avrebbe dovuto essere una pausa di 10 minuti onde consentire alle fazioni di trovare un accordo sulla scelta del Presidente del Consiglio da eleggere dopo che la carica era scaduta in capo al consigliere Carmine Cicala.
Uno spettacolo indegno a cui non immaginavamo di assistere soprattutto all’indomani del varo della nuova giunta Bardi che avrebbe sancito, finalmente, l’inizio delle attività nell’interesse dei cittadini. Così dichiarava il presidente Bardi entusiasta del risultato ottenuto dal cambio di uomini e deleghe.
Tutto rimandato per via di un “chiarimento politico” durato ben oltre 10 minuti richiesti, quando, per la riconferma di cicala alla Presidenza del Consiglio, mancavano quattro voti dopo che nelle prime tre votazioni non era stato raggiunto il quorumdi 13 voti. Per la cronaca in 8 hanno votato scheda bianca permettendo, appunto, di raggiungere il numero sufficiente per la rielezione dell’esponente Leghista.
Cosa sia avvenuto in questi giorni di pausa non è dato sapere giacché le trattative si sono svolte a porte chiuse nelle sedi romane dove si stabiliscono anche compensazioni e mosse da fare sullo scacchiere delle nomine future. Presto scopriremo quale prezzo sia stato pagato per il dietrofront del gruppo dei ribelli della prima elezione.
Quello che è accaduto nel frattempo e i ritardi accumulati saranno a carico dei cittadini e delle Amministrazioni che non potranno beneficiare dei trasferimenti finanziari per garantire i servizi minimi. Uno spettacolo indecoroso che si offre della politica, di una certa politica, che non contribuisce certo ad avvicinare i cittadini alle istituzioni. Istituzioni sempre più indebolite da atteggiamenti despotici e muscolari di alcuni elementi che per garantire le proprie posizioni di rendita sarebbero disponibili a svendere la propria dignità e – quello che è peggio – quella dei cittadini stessi.
Tanto per non farsi mancare nulla, durante le operazioni di voto per la scelta del presidente, qualcuno si è anche distinto con frasi vergognose e irripetibili, di natura sessista, indirizzate verso una collega di coalizione. Frasi registrate in diretta mondiale che piuttosto di suscitare vergogna e sgomento agli occhi dei presentihanno suscita una certa ilarità. Addirittura in grado di distendere il clima di tensione creatosi alla vigilia di questa bruttissima pagina politica. E’ inutile chiedersi chi fosse più indegno di rappresentare le istituzioni tra chi ha pronunciato quella frase e chi ha riso per tutto il tempo. Per noi dovrebbero mettersi entrambi autonomamente fuori dal Consiglio, mostrando rispetto per il ruolo e la sacralità di un luogo dove si dovrebbe difendere la parità di genere non denigrarla con frasi al limite dell’indecenza. Altro che risate di compiacimento. Ma tant’è.
Tra riconferme, maialate e risatine, dunque, inizia la nuova stagione del Consiglio Regionale sempre che Bardi garantisca gli accordi e i balletti tra le varie postazioni rese disponibili dagli altri Enti a totale controllo di centrodestra. Acquedotto, Comune di Potenza, Arpab, ecc. ecc. e non in ultimo un Bardi quater. Altrimenti saremo punto e daccapo.
Rimosso il pericolo defenestramento della carica di Presidente, la Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, potranno ritornare a occuparsi della altre postazioni per chi è restato fuori da questa manovra.
Per intano, Polese ritorna al suo posto e Piro fa la sua comparsa da vice presidente. Resta fuori il consigliere Gianni Leggeri del M5S, dimessosi insieme al consigliere Polese per agevolare la risoluzione della crisi e, a quanto pare, ancora una voltarestano fuori i cittadini che aspettano risposte e che non sono inseriti nell’agenda politica di questa maggioranza.
Non sentiamo di fare alcun appello perché si metta fine a questa legislatura, perché dai risultati ottenuti con il voto sulla fiducia a Bardi e il voto odierno sul Presidente, pare sia tutto apposto.