Circa 200mila prestazioni nelle branche diagnostica per immagini, laboratori di analisi, fisioterapia e visite specialistiche, effettuate dalle strutture della specialistica ambulatoriale accreditata nella nostra regione tra settembre e fine 2021 non sono state ancora pagate dalla Regione (attraverso Asp e Asm) per un ammontare di poco meno di 5 milioni di euro. Sono risorse finanziarie a disposizione della Regione che nonostante l’impegno del Presidente Bardi assunto il 28 febbraio scorso non sono utilizzate ponendo gravi problemi alle strutture, problemi aumentati con gli incrementi dei costi aziendali dovuti alla crisi derivante dal conflitto russo-ucraino, nonostante le tariffe siano ferme da anni, e con il rischio di tenuta del comparto per assicurare la continuità delle prestazioni agli utenti e l’occupazione (circa 800 lavoratori e collaboratori in totale nelle 60 strutture). E’ quanto denunciato oggi da Sanità Futura in una conferenza stampa che si è tenuta nel Palazzo del Consiglio Regionale alla presenza dei presidenti regionale Giuseppe Demarzio e onorario Michele Cataldi e di Antonio Mussuto dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione alla quale oltre alla ventina di struttura aderiscono un migliaio di pazienti. Non vorremmo – è la denuncia dei dirigenti di Sanità Futura – che queste risorse destinate alla sanità privata accreditata siano distratte e destinate ad altro tenuto conto che già la quota destinata all’ospedalità dopo la chiusura da anni dell’ex Clinica Luccioni non si sa che fine abbia fatto. Sarebbe non solo un problema di illegalità nella gestione della spesa sanitaria che vede la Basilicata all’ultimo posto per spesa destinata alla sanità privata ma un gravissimo danno diretto principalmente ai cittadini. Demarzio e Cataldi hanno sottolineato che durante gli anni della pandemia si è registrato (dati Agenas) un crollo dell’80% delle prestazioni per oncologia e del 54% per prestazioni di altre branche specialistiche confermando che la “mission” dell’Associazione è di garantire la salute ai lucani a partire dall’abbattimento delle liste di attesa. Ma – hanno detto – se non ci saranno provvedimenti immediati per mettere fine a questa situazione che il Presidente Bardi a fine febbraio aveva detto di risolvere attraverso l’insediamento di una task force – presieduta dal direttore generale del Dipartimento Salute Tripaldi – al massimo in dieci giorni saremo costretti a bloccare la nostra attività a partire dal prossimo mese di giugno pur consapevoli delle ripercussioni sui pazienti. Non abbiamo altra scelta: o si ripristinano la legalità e la trasparenza mostrando nei fatti l’attenzione dovuta al nostro lavoro o non possiamo proseguire in questa seconda parte dell’anno con la solita speranza di avere il dovuto con i tempi imposti dalla burocrazia regionale sulla quale, evidentemente, i politici non vigilano a sufficienza. Tra le prime azioni di mobilitazione annunciate ai giornalisti l’invio di circa 200 mila lettere ai pazienti per informarli che la loro prestazione sanitaria ricevuta non è stata pagata. Potremmo avviare azioni legali nei loro confronti cosa – hanno detto i dirigenti di Sanità Futura – che non faremo mai, limitandoci a chiedere una pressione nei confronti degli amministratori della sanità e della Regione. Chiediamo ai pazienti di difendere insieme il proprio diritto alla salute e il nostro diritto ad essere remunerati. Quindi gli utenti saranno informati del rischio di blocco da giugno. Si tratta di una mera questione di sopravvivenza e di giustizia, di entrate ed uscite in equilibrio per poter continuare a svolgere il nostro lavoro e garantire la giusta remunerazione a tutti gli operatori, poter pagare così fornitori ed utenze, i cui costi sono tra l’altro aumentati, con le tariffe pubbliche invece rimaste sempre uguali. Si tratta di dare una risposta ad aziende, lavoratori e cittadini: perché la misura è colma.
Sanità Futura ha ripetutamente interessato della questione il neo assessore alla Salute Fanelli dal quale si aspetta un’immediata e doverosa decisione.
Crisi sanità privata, Consiglieri regionali Polese e Braia (Italia Viva): “Si mantengano impegni con Sanità Futura per evitare default dannoso per lucani”
“Si rischia la chiusura delle strutture sanitarie private, la perdita di migliaia di posti di lavoro e il default dell’erogazione di milioni di prestazioni sanitarie ai lucani. Tutto ciò è inaccettabile considerando che anche altri settori, a partire dall’Agricoltura denunciano situazioni non più sostenibili senza l’assunzione di responsabilità da parte della Regione Basilicata”. E’ quanto dichiarano il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese, che stamani ha partecipato alla conferenza indetta da Sanità Futura, insieme al consigliere Luca Braia. In particolare Polese e Braia sottolineano: “E’ gravissima la disattenzione, fin qui dimostrata dalla Giunta regionale nei confronti del mondo della sanità privata che, da quanto emerge dai dati resi stamani da ‘Sanità Futura’, è a un passo dal default. L’associazione è da mesi che denuncia il mancato pagamento da parte della Regione delle erogazione e dei servizi resi nell’ultimo quadrimestre del 2021. Si tratta di una cifra di quasi 5 milioni di euro senza la quale è impossibile sostenere un settore vitale per migliaia di pazienti lucani”.
“Come Italia Viva – spiegano – abbiamo già presentato una mozione per chiedere l’impegno della Giunta a porre in essere ogni azione utile al fine di scongiurare le conseguenze che una crisi delle strutture sanitarie private può determinare, sia riguardo la continuità nell’erogazione delle prestazioni ad esse demandate, sia riguardo la tenuta occupazionale, ad affrontare e rimuovere, con assoluta urgenza, gli eventuali ostacoli che al momento di fatto bloccano la risoluzione delle problematiche relative alla liquidazione delle prestazioni sanitarie aggiuntive erogate nel 2021 dalle strutture sanitarie private accreditate e, soprattutto, a convocare immediatamente un tavolo per mettere in atto ogni sforzo politico-amministrativo possibile, atto a fornire un’adeguata risposta sia alla sanità privata come a quella pubblica, affinché in primis siano salvate le 62 strutture interessate dai mancati pagamenti. Il rischio concreto è la chiusura di un terzo delle strutture sanitarie private (circa 20 su 60) con conseguenze inimmaginabili per gli oltre 800 dipendenti di queste strutture che rischiano il posto di lavoro. Oltretutto salterebbe tutto il sistema sanitario lucano. Basti pensare che solo negli ultimi 4 mesi del 2021, le strutture associate a Sanità Futura hanno erogato oltre 200 mila prestazioni sanitarie”.
“E’ da settimane – proseguono Polese e Braia – che abbiamo posto l’attenzione su questa emergenza. In particolare, così come ricordato stamani dagli stessi dirigenti di Sanità Futura, nonostante le rassicurazioni del 28 febbraio scorso da parte del presidente Bardi (che aveva assicurato una soluzione entro una settimana) oggi ancora è tutto fermo. Eppure si tratta di un comparto vitale per la Basilicata che va difeso”. Gli esponenti di Italia Viva Basilicata, annunciando di essere a disposizione dell’associazione dei pazienti e delle strutture sanitarie lucane chiedono alla Giunta regionale la massima celerità per il pagamento delle quote arretrate per risolvere al più presto la grave situazione che rischia di minare il diritto di salute dei lucani. “Non regge la scusa del bilancio non approvato essendo questi fondi del 2021. In ogni caso tra qualche giorno dovrebbe essere approvato anche il nuovo bilancio e quindi verrebbe a cadere anche questo alibi”, concludono Polese e Braia.