L’OMERTA’ FIGLIA DEL RICATTO
Vedere vanificato il proprio lavoro da ingiurie personali proferite nei corridoi o nei ristoranti della città ci può stare: essere oggetto di una accusa ingiustificata ed immotivata a mezzo di una lettera anonima e, peggio ancora, che si vuol lasciare intendere essere stata scritta dal Distretto del Mobile Imbottito di Matera questo è inaccettabile e merita una replica dura, secca e decisa. Colui, o coloro che, vergognandosi dall’assumersi la paternità di un patetico dissenso riguardo alla mia analisi su quanto accaduto alla Nicoletti Spa sono ricorsi ad un comunicato anonimo, vengano allo scoperto e manifestino in proprio dissenso pubblicamente assumendosene la paternità. Producano, poi, i bilanci delle società che rappresentano in modo da dare conforto e sostegno a quanto affermato circa la loro florida situazione aziendale e societaria facendo sì che si possano utilizzare come modello di riferimento. Condividano il loro “successo a livello nazionale ed internazionale” con il Distretto Materano che ha bisogno di avere comunicazioni ufficiali su dati di trend positivi. Invero, se così non fosse, ma invece gli anonimi scrittori sono mossi da “minacce” più o meno velate del sistema bancario che li aizza contro chi dice verità scomode, o, peggio ancora, sono aziende che giocano su due tavoli, Altamura – Matera, o in ultima analisi sono aziende che indirettamente sono indotte ad un ottimismo telecomandato perché sottomesse ad un “abuso di posizione dominante” da parte di grandi imprese, tacciano: sono le loro false dichiarazioni e le loro false verità a depistare chi opera professionalmente e quotidianamente per risolvere un problema che gli appartiene. L’Omertà a volte è figlia del ricatto, d’altronde non vi sono mai state, ancora oggi, dichiarazioni pubbliche sulla vicenda Nicoletti da parte dell’istituto citato. Io di certo non ho una azienda di salotti e di sicuro quella per cui maggiormente opero di certo non ha di che sconfessarmi! Accade anche, poi, che la falsità di chi scrive simili assurdità è pubblicamente smentita lo stesso giorno, dalla stessa testata giornalistica a pagina sette : L’ECONOMIA LUCANA E’ FERMA! Questa è la verità e tanto di cappello a chi, da attento giornalista, riporta i fatti per come sono. Le malattie vanno dichiarate e chiamate con il loro nome, senza vergogna alcuna, altrimenti il medico non saprà mai consigliare la cura necessaria. Gli anonimi, piuttosto che scrivere menzogne e assurdità, prendano esempio dagli imprenditori di Jerago in provincia di Varese. Leggano, gli anonimi, quello che succede in italia; leggano le statistiche Cerved, si documentino prima di proferire sciocchezze. Napolitano? Bhe a TG1 Economia abbiamo ascoltato Natuzzi, e sta bene. Ma Nicoline? Non è forse una piccola realtà Altamurana? Nulla da dire contro l’impresa e l’imprenditore ma faccio solo rilevare che Matera non è stata neppure menzionata. Tortellini Fini? 40 lavoratori in CIGS hanno destato clamore a Modena e interesse di Bper: 480 lavoratori materani della Nicoletti più le altre centinaia di lavoratori delle altre aziende materane in CIGS non meritano la stessa attenzione. Sono questi lavoratori, cari anonimi, che avete offeso, non me: io sono abituato alla calunnia e alle offese ed ho una pelle impermeabile sulla quale tutto scivola. Grazie al cielo non devo dare conto a nessun altro se non a Dio e alla mia coscienza. Mi auguro che il presidente Di Maggio intervenga per fornire chiarimenti sulla paternità della missiva inviata al giornale, così come mi auguro faccia la Sezione Legno e Arredamento dell’API: in mancanza mi vedrò costretto a rappresentare formali dimissioni dal Distretto rendendo così felici denigratori e banche: anzi banca. Diversamente andrò avanti con realismo, dicendo sempre le cose come stanno e cercando di ottenere i migliori risultati anche se ciò potrà causare impopolarità. Ci sono Istituti di Credito capaci di operare all’interno di aree in crisi e con loro stiamo già progettando un possibile consolidamento finanziario di distretto, indispensabile per generare ripresa. In questo frangente un pò di sano e disinteressato collaborazionismo non farebbe male. A questo mi sto appellando da giorni, ma vedo che ha fatto più clamore la vicenda Fini-Nicoletti forse perché ha toccato la “sensibilità” ( termine improprio) di qualcuno che vive chiuso nella torre e che si ritiene untouchable: guardate, cari anonimi, i tassi debitori che a Matera qualcuno applica ai più deboli. Scoprirete che la “cornacchia” del male augurio non sono io ne le mie analisi e le mie dichiarazioni.
Angelo Calculli – Componente del Distretto Matera Montescaglioso
DUE MESI E DUE MISURE MA CON LA STESSA BILANCIA…
Normalmente se utilizzassimo una bilancia per pesare qualcosa, pesando due oggetti di uguale peso il risultato dovrebbe essere identico: stessa taratura, stessi strumenti. Eppure c’è una legge fisica che sembra sconvolgere un assunto che oserei definire quasi banale. E’ la legge delle banche, in questo caso dello stesso gruppo bancario, che in situazioni identiche applica “due pesi e due misure”! Così accade che il Bbper ( Banca Popolare dell’Emilia Romagna) pubblicamente assume, in relazione a due grosse imprese in crisi, atteggiamenti completamente opposti, in antitesi l’uno con l’altro, determinando così la chiusura di una azienda ed il probabile salvataggio dell’altra. D’altronde già in altre occasioni ho avuto modo di ribadire che spesso nella vita è determinante il luogo dove nasci e dove vivi: se nasci e vivi a Modena ce la fai; a Matera è difficile, anzi nel caso di specie, impossibile. Così due storie imprenditoriali vengono soppesate su due piatti distinti ma della stessa bilancia, solo che una è posta nel “piatto materano” e l’altra nel “piatto modenese”. Fini e Nicoletti, aziende diverse per settore ma con una storicità di marchio elevata, con una conoscibilità del settore conclamata, entrambe colpite duramente ed improvvisamente da una crisi devastante, le cui sorti sono affidate allo stesso gruppo bancario: Bper la Fini e Banca Popolare del Mezzogiorno ( ex, ma molto ex Popolare del Materano) la Nicoletti Spa. Una unica differenza: Modena e Matera: una differenza non di poco conto nella logica del “due pesi e due misure”. Proprio questa dicotomia geografica fa si che la Nicoletti, debitrice a vario, e “poco chiaro” , titolo della Banca Popolare del Mezzogiorno per un importo che, se non ricordo male, si attesta intorno ai 6/7 milioni di euro si veda rifiutato dalla stessa banca il voto favorevole per l’ammissione alla procedura concordataria ex art. 182 bis della legge fallimentare e, per l’effetto, viene dichiarata fallita. Invero, la più fortunata azienda Fini, storicamente riconosciuta per i famosi tortellini, debitrice verso Popolare dell’Emilia Romagna per soli 40 milioni di euro si vede servire un bel brodo caldo che prevede un intervento articolato in due percorsi: il primo che prevede la conversione di 12 milioni di debito in strumenti partecipativi che automaticamente trasformano il debito in credito; il secondo, udite udite, prevede l’accompagnamento verso un concordato ex art. 182 bis facilitandone l’omologazione per il solo fatto che il necessario 60% di voti favorevoli dei creditori è proprio nelle mani di Bper, considerato l’ammontare complessivo del suo credito. La notizia è di dominio pubblico e pubblici sono i numeri che se analizzati nel dettaglio inducono seriamente ad una riflessione geopolitica: si parla, per questa azienda di emergenza occupazione a causa di 40 dipendenti in Cassa Integrazione. Senza offesa per i lavoratori di qualsiasi area geografica italiana, gridare all’emergenza per simili numeri è quantomeno sarcastico; un sarcasmo che diventa assurdità se si pensa alle 480 unità lavorative della Nicoletti: gente di cui non importa nulla a nessuno, tantomeno al gruppo Bper!! Preciso che non è da condannare ciò che Bper sta facendo, mi auguro con successo, per Fini: quella è la strada giusta, il giusto percorso per sostenere la crisi offrendo un aiuto tangibile ad una azienda del proprio territorio, colpita da crisi ma che può ancora esprimere valore e dare occupazione. E’ invece da condannare la miopia usata dallo stesso gruppo bancario, a mezzo della controllata Banca Popolare del Mezzogiorno, nella vicenda Nicoletti: un atteggiamento che prima o poi vedrà una verità venire fuori, perché ciò che è accaduto non ha logica ne giustificazione che sia ufficialmente comprensibile se comparato con ciò che la capo gruppo sta facendo per Fini. Bisogna giocare a carte scoperte e noi dobbiamo avere coraggio di chiedere trasparenza, correttezza e uniformità di comportamenti e di valutazioni: dobbiamo avere il coraggio di denunciare chi abusa della propria posizione di forza e la usa in modo dicotomico a seconda delle aree geografiche, dei rapporti personali e della gestione lobbystica. Antonio Mangone, imprenditore milanese, è diventato in questi giorni famoso per un provocatorio annuncio riportato su Repubblica e poi ripreso da diversi canali televisivi e da altri autorevoli organi di stampa: “AAA….. CERCASI PERSONA GENEROSA E DI CUORE PER UN PRESTITO D’ONORE DI 100 MILA EURO….. Cerco una persona seria; un imprenditore illuminato e sensibile che crede in me, visto che lo Stato e le Banche hanno deciso di abbandonare le persone perbene……. In un momento del genere la possibilità di incorrere in gente che approfitta della tua debolezza e cadere così nell’usura è facilissimo……..ti senti abbandonato e solo, anche coloro che si definiscono amici per la pelle ti girano le spalle e ti accorgi di quanta ipocrisia e falsità c’è intorno a te” . Queste le parole, in un pubblico annuncio, un imprenditore coraggioso: speriamo di non dover più leggere simili cose e, auguriamoci che si intervenga subito perché imprenditori del nostro territorio non abbiano a pubblicare annunci del genere.
Angelo Calculli – Componente del Distretto Matera Montescaglioso