Avviso pubblico conferimento incarichi legali Regione Basilicata, Fp Cgil: “Ennesimo espediente per favorire esterni a scapito del personale. Si affrontino le reali priorità”. Di seguito la nota integrale.
Con una certa ridondanza comunicativa il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha annunciato l’adozione di un regolamento per il conferimento di incarichi legali all’esterno attraverso l’emanazione di un avviso pubblico cui attingere in eccezionali casi di situazioni di incompatibilità o particolare complessità.
L’annuncio suscita non poche perplessità: non ci sembra che questa sia una priorità per l’amministrazione regionale anche alla luce di una circostanza di non poco rilievo, ovvero che l’intero regolamento dell’avvocatura è oggetto di causa e ci sono molti problemi irrisolti come l’organizzazione dell’ufficio, il coordinatore, la distribuzione equa dei carichi di lavoro, il pagamento dei compensi agli avvocati che vantano arretrati da oltre 10 anni.
La questione è in corso di giudizio perché dalla proposta di regolamento emerge la violazione della autonomia e dell’indipendenza dell’avvocatura, come garantita dall’ordinamento della professione forense e da numerose pronunce giurisprudenziali dello stesso Tar di Basilicata. Il nuovo regolamento sminuisce, infatti, l’ avvocatura a struttura non dirigenziale incardinata in un ufficio amministrativo enumerandola tra gli “uffici speciali” che fanno direttamente capo al presidente della giunta per il tramite del capo di Gabinetto.
In sostanza gli avvocati perdono l’autonomia e l’indipendenza funzionale che era loro garantita. Sarebbero condizionati anche nella distribuzione del contenzioso e persino nel percepire o meno la produttività e i compensi, esposti al continuo “ricatto” di rivolgersi all’esterno con molta facilità.
Ed è bene ricordare che l’intero regolamento contenente l’Ordinamento amministrativo della giunta è stato oggetto di segnalazione da parte della Fp Cgil di Potenza alla Corte dei Conti di Basilicata e all’Ispettorato per la funzione pubblica proprio per la strana commistione che genera tra indirizzo politico e potere gestionale.
Non vorremmo, pertanto, ritrovarci di fronte all’ennesimo espediente per estromettere il personale dipendente a favore di qualche avvocato esterno magari in una posizione più contigua al governo regionale. Sarebbe stato sicuramente opportuno sospendere l’esecutività della delibera in attesa della definizione del giudizio pendente.