Ancora in calo la curva epidemica in Italia. Sono 43.947 i nuovi casi di Covid nelle ultime 24 ore, contro i 48.255 di ieri e, soprattutto, i 58.861 di venerdì scorso. I tamponi processati sono 302.406 (ieri 327.178) con un tasso di positività che scende leggermente dal 14,7% al 14,5%.
I decessi sono 125 (ieri 138): le vittime totali dall’inizio dell’epidemia salgono così a 164.304.
In calo i ricoveri: le terapie intensive sono 6 in meno (ieri -2), con 31 ingressi del giorno, e scendono a 363 totali, mentre i ricoveri ordinari sono 220 in meno (ieri -230), e sono 9.164
in tutto. E’ quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
Nessuna Regione/Provincia autonoma in Italia è classificata a rischio alto per Covid, sono tre quelle classificate a rischio moderato, mentre le restanti Regioni/Pa sono classificate a rischio basso. E’ quanto emerge dai dati settimanali del monitoraggio della Cabina di regia sull’andamento dell’epidemia in Italia, diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Brusaferro: il Servizio sanitario nazionale punto di forza
La pandemia da Covid ha rappresentato “una cesura. Questo ‘stress test’ ci mostra i punti di forza e quelli di debolezza”. Un punto di forza “è il Servizio sanitario nazionale. Certo va migliorato, dobbiamo fare una ‘cura straordinaria’. Però, è grazie al Servizio sanitario nazionale che oggi il nostro Paese ha potuto affrontare questa esperienza e degli stress mai visti nella nostra generazione e può guardare con fiducia a delle misure di rilassatezza”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, intervenuto alla presentazione del Centro studi e ricerche sociali e sanitarie della Federazione italiana sindacale medici uniti, intitolato a Giulio Alfredo Maccacaro.
Secondo Brusaferro, poi, “cesura” significa anche che il sistema ha mostrato delle debolezze. La prima “riguarda il nostro modello nell’affrontare la fragilità. Questo – ha concluso il presidente dell’Iss – non è soltanto un problema medico ma è anche un problema sociale dove la figura del medico è essenziale perchè può fare da playmaker” però serve “un progetto sociale”.