“E’ stato bellissimo aver vissuto al tuo fianco… ora lo è di più perchè vivi dentro di me”. “Al mitico Franco Mancini, nella nostra casa del quartiere “Bottiglione”, è per sempre nei nostri cuori”. “Franco Mancini, il nostro…esempio di vita”. In attesa di intitolare al portiere materano prematuramente scomparso il 30 marzo scorso la gradinata del XXI Settembre-Franco Sono per Franco Mancini arriva la dedica del campetto in cui ha cominciato a tirare i primi calci al pallone, dopo aver trascorso la notte in un panificio. Franco Mancini era “uno di noi” e non si è montato la testa neppure quando mister Znedek Zeman lo ha lanciato nel palcoscenico più prestigioso del calcio italiano, la serie A. Giuseppe Festa e Francesco Festa, impegnati a promuovere attività sociali all’interno del quartiere con l’associazione Spine Bianche, hanno deciso di dedicare proprio a Franco Mancini quel campo di quartiere che all’epoca era in terra battuta e ovviamente privo di recinzione. Alla cerimonia ufficiale, affidata al giornalista Renato Carpentieri, che ha condiviso con un giovanissimo Franco Mancini anche un’esperienza di lavoro, hanno partecipato don Gino Galante, l’assessore allo sport Sergio Cappella, l’assessore al bilancio Rocco Rivelli, l’assessore alle politiche sociali Antonio Giordano, il presidente del Consiglio comunale Brunella Massenzio, il presidente del Matera e consigliere comunale Tommaso Perniola, il presidente del consiglio provinciale Aldo Chietera, mister Mimmo De Lucia, l’ex calciatore e allenatore del Matera Vito Chimenti, il massaggiatore del Matera Pasquale Smaldone e tanti altri amici che hanno condiviso con Franco Mancini l’esperienza nel settore giovanile del Matera, squadra con la quale il diciottenne portiere materano ha esordito in C2, nell’ultima stagione disputata nei professionisti con la gestione Salerno. E’ toccato ad Antonio Rebesco e Michele Pavone, compagni di gioventù di Franco Mancini battere il simbolico calcio d’inizio di una partita di calcio a 5 che si è svolta al termine della cerimonia di premiazione. Una cerimonia semplice, con un sottofondo musicale che Mancini avrà sicuramente gradito perchè sono state scelti noti successi reggae di Bob Marley, artista preferito del numero uno materano, grande estimatore di questo genere musicale e batterista nel tempo libero sottratto al calcio. Minuti da brividi per chi ha avuto la fortuna di conoscere e apprezzare il calciatore e l’uomo Franco Mancini. A condividere il momento dell’intitolazione del campetto di quartiere all’indimenticato portiere di Bottiglione la mamma Giovanna Catella, il papà Mimmo, il fratello Vito e tanti familiari. Chiara Carpano, la moglie di Franco Mancini, ha affidato ad una lettera il ricordo del numero uno. Al papà Mimmo è stato chiesto di ricordare le gesta di suo figlio: “Franco voleva fare il camionista ma quando era un ragazzino di notte lavorava al forno e si giorno si allenava. A 15 anni decise di fare il muratore, trasportando tufi pesantissimi. Era un ragazzo umile, semplice ed è rimasto così anche quando è diventare un grande portiere. Per questo ringrazio la città di Matera dell’affetto mostrato verso mio figlio”. Ma è solo il primo passo. Presto il desiderio espresso dai tifosi del Matera attraverso il blog del nostro portale sarà esaudito e la gradinata del XXI Settembre-Franco Salerno sarà dedicata a Franco Mancini.
Michele Capolupo.
La fotogallery dell’intitolazione del campetto di quartiere a Franco Mancini (foto www.sassilive.it)
Ricordo quelle belle giornate di sole,” cocente,” noi eravamo li’ nel campetto di Bottiglione a giocare.
Spesso ho avuto la fortuna di giocare con Franco Mancini come terzino destro,non ero molto bravo ,ma finche’ c’era lui come portiere dava comunque una sicurezza enorme.
Ricordo le sue parate, incredibile, con un balzo arrivava sotto l’incrocio.
Ciao Franco ti ricordero’ per sempre.
CIAO