Michela Miraval ospite questa sera di Palazzo Bernardini a Matera per la presentazione del romanzo storico “Storie di processi del Sant’Uffizio nelle terre della Serenissima”. L’iniziativa è stata promossa da Giallo Sassi, che precisa: Quando abbiamo conosciuto Michela, a cui l’APS Giallo Sassi è unita nell’impegno sociale, ambientale e culturale, ci siamo subito innamorati del suo lavoro, ritrovandovi la nostra stessa passione per la ricerca storica e per lo storytelling. Era impossibile non riconoscere i nostri stessi colori in un libro come questo, in cui il giallo e il noir si intrecciano alle mille altre torbide sfumature dell’animo umano”.
Il romanzo “Storie di processi del Sant’Uffizio nelle terre della Serenissima di Michela Miraval”
Questo libro restituisce un pezzo di storia seicentesca del popolo della Repubblica di Venezia attraverso alcuni processi del Sant’Uffizio. Qui scorrono le voci più disparate: poveri popolani che spesso non sanno nemmeno scrivere il proprio nome; donne umiliate che subiscono violenze e inganni; frati noncuranti della veste talare che si insultano e si bastonano; sacerdoti che si affidano alle pratiche magiche pur di essere amati o, con la scusa dell’esorcismo, ricercano il proprio piacere; illustri patrizi veneziani che tirano i fili della regìa, dimostrando una notevole abilità sul piano politico. Sono soprattutto ecclesiastici, frati e sacerdoti insofferenti della propria vita, a comparire nel Seicento davanti all’inquisitore del Sant’Uffizio di Venezia, accusati del reato di Sollicitatio ad turpia, ossia perché violano il sacramento della confessione proponendo azioni disoneste alle loro fedeli, quindi colpevoli del reato di eresia. Tuttavia ad essere interessante non è tanto l’aspetto carnale, quanto il clima diffuso di inosservanza delle regole e di violenza dilagante. Chiamati a testimoniare sono poveri popolani che non sanno nemmeno scrivere il proprio nome, donne che subiscono mortificazioni, giovani anche vittime di sodomiti che poi muoiono avvelenati. Passa a miglior vita, a causa del veleno, anche un inquisitore poco gradito al patriziato veneziano. Le storie dei processi del Tribunale della Fede restituiscono un pezzo di vita di poveri che faticano e di potenti che invece ostentano ricchezze, di frati che, invidiosi, si fanno la guerra tra loro e di donne che in miseria subiscono violenze sessuali. Appare un mondo dominato dal caos nonostante la Chiesa, sorretta anche dalla macchina inquisitoriale, agisca mettendo in atto un progetto coercitivo di disciplinamento sociale, di fatto “impossibile”, mirante all’uniformità e all’obbedienza.
La fotogallery della presentazione del romanzo storico “Storie di processi del Sant’Uffizio nelle terre della Serenissima”. (foto www.SassiLive.it)