Fatica a placarsi l’eco della squallida vicenda che ha visto protagonista il consigliere Leone ed ha gettato discredito sull’istituzione del Consiglio Regionale. Ben vengano le iniziative di sensibilizzazione promosse dalla Commissione Regionale Pari Opportunità al fine di non far calare il silenzio su quanto accaduto.
Da un punto di vista più politico, il modo in cui si sta affrontando la vicenda assume giorno dopo giorno caratteri sempre più grotteschi. E’ di ieri una nota diramata da parte del consigliere Zullino rivolta direttamente alla leader di FDI, Giorgia Meloni, al fine di sollecitare provvedimenti nei confronti di Leone. Ormai è nota a tutti l’indole di Zullino, che non sembra aver affatto digerito le pretese di FDI nei vari rimpasti di giunta susseguitisi negli ultimi mesi e che hanno paralizzato completamente l’attività amministrativa.
Tuttavia Zullino, nella sua furia incendiaria, sembra aver dimenticato il ruolo che il presidente del Consiglio Regionale, peraltro espressione del suo stesso partito, dovrebbe giocare in questa vicenda.
Di fatto non è dato conoscere la posizione di Cicala sull’applicazione dei comma 5 e 6 dell’art 59 del regolamento che riportiamo, ancora una volta:
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“Quando un Consigliere abbia provocato tumulti o disordini nell’aula, o abbia trasceso ad ingiurie, minacce o vie di fatto, il Presidente, udito l’Ufficio di Presidenza, può, altresì, proporre al Consiglio di deliberare la censura. La censura comporta l’interdizione di partecipare ai lavori del Consiglio e delle Commissioni per un periodo da due a 15 gg. di sedute. Detto provvedimento deve essere adottato a maggioranza assoluta dai Consiglieri assegnati.
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Udite le spiegazioni del Consigliere interessato, la proposta di censura contro un Consigliere viene messa ai voti senza discussione per alzata di mano.”
A parte una nota a caldo espressa immediatamente dopo la vergognosa vicenda, da parte di Cicala vi è stato solo un assordante silenzio che getta ulteriori ombre e sfiducia sulla più importante assise a livello regionale.
Ci sono volute diverse settimane per riconfermare Cicala come Presidente del Consiglio Regionale. In queste settimane avrebbe potuto riflettere sull’essenza del suo ruolo super partes che quasi mai ha saputo onorare nella prima parte della legislatura. Ci auguriamo vivamente che questo silenzio assordante sia parte di questa riflessione e che nelle prossime ore proceda con l’applicazione del regolamento.
Questa è una vicenda che non può passare assolutamente in secondo piano. Lo si deve alla dignità dell’assessora Merra, ma lo si deve alla salvaguardia del carattere dell’istituzione che ci onoriamo di rappresentare.
I tentativi di strumentalizzare la vicenda per sciacallaggio politico e le (non) sanzioni autoinflitte, lasciano il tempo che trovano così come gli appelli ai leader politici nazionali.
Ribadiamo: il Consiglio Regionale ha una sua autonomia e deve applicare il suo regolamento interno, al netto di acrobatiche interpretazioni di quanto previsto nel regolamento interno del Consiglio Regionale.