Il Museo Archeologico Nazionale Palazzo Ducale di Tricarico, insiema a CIA, AGIA e Oprol hanno condotto un percorso didattico, rivolto all’istituto comprensivo di Tricarico, sul tema di quest’anno: “Rinnovare il valore della formazione per comunicare il valore del territorio”. In particolare, dopo i saluti della responsabile del Museo MariaAntonietta Carbone e del Presidente della CIA di Tricarico Giuseppe Caravelli, Antonio Miseo ha parlato della cultura del vino, con particolari riferimenti alla produzione dal campo alla cantina. Lucrezia Digilio invece ha guidato i ragazzi della seconda A e seconda B dell’I.C. verso un approccio all’analisi sensoriale dell’olio extravergine d’oliva, con particolare attenzione al riconoscimento delle caratteristiche organolettiche.
La Basilicata si rispecchia nella tradizione della coltivazione della vite nel bacino del Mare Mediterraneo, legata all’azione colonizzatrice dei Greci e dei Fenici, che hanno diffuso la viticoltura a partire dalle colonie elleniche nell’area ionica per poi svilupparsi con i Romani nell’areale vulcanico del Vulture.
Una storia millenaria, spesso, non è sufficiente a conservare un patrimonio di conoscenze e tradizioni, per cui la superficie vitata in Basilicata ha subito un fortissimo ridimensionamento a cavallo degli anni ’70, sovrastata dalle più remunerative colture ortofrutticole e cerealicole.
Fortunatamente, grazie alla tenacia di produttori che hanno continuato a investire nell’innovazione e nella qualità in vigna, a partire dagli anni ’90 è stato avviato un percorso virtuoso che ha segnato un nuovo rinascimento della vitivinicoltura, che negli ultimi quindici anni ha saputo trasformarsi in un prezioso scrigno enologico e conquistare l’attenzione di esperti e appassionati. Per quanto riguarda l’olio importante ricordare la vicina Ferrandina, dove ha fatto notizia una importantissima scoperta archeologica. E’ riemerso dal passato, un frantoio oleario del IV secolo a.C. Ricerche archeologiche accurate, hanno quindi portato alla luce per la prima volta una struttura di età pre-romana, risalente alla Magna Grecia. La ricerca archeologica ha permesso il ritrovamento di una rarità assoluta che conferma che l’olio è uno dei prodotti lucani di qualità.