“Condivido le preoccupazioni dell’Europa sul Piano strategico nazionale PAC: l’Italia non ha rispettato il principio di convergenza. Non si può fare una politica uguale tra disuguali. Ciò genera una serie di ingiustizie nei confronti degli agricoltori. A questo proposito, Ministro Patuanelli, mi permetto innanzitutto di richiamare l’attenzione sull’Affare assegnato sul grano duro, di cui io sono relatore, che sta completando il suo iter in Commissione Agricoltura del Senato. Nella Relazione proponiamo, proprio per rispettare la convergenza, di aumentare i premi con lo spostamento delle risorse dal secondo al primo pilastro. Quindi, degli aiuti accoppiati che permettano agli agricoltori di produrre il grano di cui il nostro paese e tutto il Mediterraneo hanno più bisogno a causa della crisi ucraina e al fine di scongiurare una crisi alimentare, avendo però la certezza di un reddito equo. È infatti un’ingiustizia che il valore aggiunto sia tutto nelle mani dei trasformatori e dei distributori. Nella Relazione sul grano parliamo anche della CUN (Commissione Unica Nazionale), che deve diventare quanto prima da sperimentale a effettiva per una maggiore trasparenza sul meccanismo di formazione dei prezzi, e della proposta di costituire un marchio d’area sulla scorta della vincente esperienza statunitense del Desert Durum”.
Lo ha detto il senatore di Forza Italia Saverio De Bonis al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, oggi in audizione dinanzi alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato.
“Quanto all’agrivoltaico – continua il senatore – una misura di ingiustizia sarebbe escludere di fatto il Sud a causa della norma che impone che i pannelli siano installati solo su edifici produttivi: ne sarebbero avvantaggiati, in pratica, solo gli imprenditori agricoli del Nord. Attendiamo con favore le disposizioni dell’Ue per andare oltre l’autoconsumo, ma dobbiamo fare in modo che venga rispettato il vincolo del 40% al Sud previsto dal PNRR, anche allargando l’installazione a tutti gli edifici rurali, anche se dismessi”.
“Rispetto al biologico – conclude De Bonis – è un’ingiustizia che la legge sia stata approvata solo dopo vent’anni. Quindi chiedo al Ministro di accelerare al massimo la messa a punto del Piano strategico nazionale per l’agricoltura bio. Spero che le voci sulla diminuzione delle superfici dedicate a questa preziosa pratica agricola, diffusa ad arte da alcune multinazionali, restino solo delle voci”.