La manovra finanziaria manca di una visione globale di sviluppo della regione. È quanto hanno sostenuto i segretari generali Cgil, Cisl, Uil Summa, Cavallo e Tortorelli nel corso di un’audizione da parte delle quattro Commissioni Consiliari congiunte sulla Legge di Bilancio. Nello specifico Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato la scarsità di risorse nei settori strategici.
A partire dalla sanità, dove sono state confermate le cifre dello scorso anno, derivanti dalle sole risorse del fondo nazionale senza nessuna previsione di ulteriori risorse regionali. Evidente anche l’assenza di stanziamenti dedicati agli anziani e agli interventi per la disabilità.
Inoltre – a parere di Summa, Cavallo e Tortorelli – emerge una mancanza di attenzione alla tutela della persona. Infatti nessuna posta di rilievo si registra per rafforzare il sistema di welfare e di cittadinanza. Pochi sono i fondi destinati all’inclusione sociale: dalla forestazione, al reddito minimo di inserimento, ai TIS. Mancano, anche, le coperture finanziarie che possano favorire il ripopolamento, il diritto allo studio e il ritorno dei nostri giovani.
Una manovra che a più riprese è stata definita dai sindacati priva di una visione di sviluppo per la Basilicata, che evidenzia l’incapacità di governare la rivoluzione legata ai grandi temi strategici: dalla transizione energetica, all’automotive. Mentre nessun intervento si registra per i 70 mila iscritti ai Centri impiego con licenza media ed elementare e scarsa qualificazione.
“Disco rosso” da Cgil, Cisl, Uil alla manovra finanziaria anche per quello che riguarda la digitalizzazione e internazionalizzazione, dove a fronte dei forti ritardi che sconta la Basilicata è stato fatto notare che in questa direzione mancano interventi significativi.
Questo è il momento di fare scelte ben precise. Bisogna creare una prospettiva di sviluppo. Ma per farlo serve una visione strategica. C’è necessità – sostengono Cgil, Cisl, Uil – di definire le risorse di bilancio per dare una risposta ai bisogni sociali, costruire nuove protezione sociali. Ma soprattutto serve una visione di sviluppo che rafforzi il nostro apparato produttivo.