Tommaso Cippone e Emanuele Carlucci per Torraca News Live riflettono sulla condizione dei giovani attraverso un confronto tra la generazione del ’68 e quella dei nostri giorni.
Giovani: meglio la generazione del 1968 o quella del 2012?
Il 1968 è stato un anno molto importante nella storia contemporanea per le sue numerose rivoluzioni a livello mondiale: dagli operai ai giovani, tutti erano in lotta per i propri diritti. I giovani d’oggi vengono spesso considerati troppo ribelli dai genitori. Vogliono essere indipendenti e badare a se stessi sin dai 12-14 anni senza, però, prendersi troppe responsabilità. Questo è uno dei comportamenti tipici dell’adolescenza. A quest’età, infatti, si tende a non ascoltare i consigli degli adulti, anzi a fare l’esatto opposto per indispettirli e a non far trasparire emozioni per lasciare un alone di “mistero” su di sé. Ma questi comportamenti sono nati con le nuove generazioni? Sfogliando le pagine della storia, si vede come i ragazzi del ’68, che hanno partecipato alla rivoluzione studentesca, avessero gli stessi ideali degli adolescenti odierni. Già allora, infatti, si ripudiava lo stile di vita degli adulti cercando di instaurare una società più moderna. Le proteste erano volte a rendere l’istruzione accessibile agli studenti meritevoli di tutte le classi sociali. In conclusione, la società di oggi è un’evoluzione di quella costruita dai giovani sessantottini che ci hanno insegnato a far valere i propri diritti e a lottare per questi.
Tommaso Cippone e Emanuele Carlucci per Torraca News Live