Regione approva mozione per Datacontact: a rischio 417 posti di lavoro. Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Rossella Tosto, vice presidente di Datacontact sulle difficoltà legate alla scadenza dei contratti di lavoro prevista il prossimo 31 maggio per 417 lavoratori.
La società Datacontact ha formalmente richiesto alle Istituzioni locali, ed in particolare alla Regione Basilicata nella persona del suo Presidente Vito De Filippo, e degli assessori al Lavoro/Formazione Vincenzo Viti ed Attività Produttive Marcello Pittella, l’apertura di un tavolo urgente per gestire la situazione nella quale, suo malgrado, si è venuta a trovare nelle ultime ore. Alla data del 31 maggio vengono infatti a scadere 417 contratti a termine, per buona parte relativi ad operatori telefonici attivi sulla commessa “Telecom”, in forza di un contratto triennale già scaduto al 31.12.2011 e prorogato sino al 31.5.2012.
In tale contesto, la società ha ricevuto formalmente nella serata di venerdì 18 maggio dal committente un’ulteriore proposta di proroga contrattuale della durata di soli 4 mesi, alle medesime condizioni di cui al contratto già in essere.
Si tratta di una proposta contrattuale impraticabile con l’attuale assetto aziendale, in ragione degli accordi sindacali già in passato sottoscritti. Ulteriore proroga non è allo stato ipotizzabile, soprattutto in quanto la scrivente per prima si pone quale obiettivo quello della graduale stabilizzazione di tutto il personale, che ha contribuito a formare e fidelizzare nel corso del tempo, con significativi investimenti sia in formazione continua che in supporti tecnologici.
Di fronte a tale scenario ed a ridosso della data del 31 maggio, la decisione, dolorosa ma altrettanto imposta dalla situazione contingente, è quella di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di non accettare la proposta di proroga contrattuale, con tutto ciò che potrà derivarne sul piano occupazionale, valutando finanche la strada della chiusura della sede di Matera.
La Direzione dell’azienda, in queste ore difficili e delicate, è tutta protesa alla ricerca di una soluzione concreta e tempestiva, ma ha ritenuto anche necessario richiedere formalmente il sostegno da parte delle Istituzioni locali nella ripresa delle trattative con la committenza. L’unico obiettivo che si desidera conseguire è la difesa del valore del lavoro, sempre considerato fino ad oggi e nel corso di un decennio di attività come un vero baluardo dall’azienda, che ha conseguito e vissuto i propri successi nel settore contact center, ricerche di mercato e comunicazione multimediale proprio grazie alle risorse umane impiegate presso le varie sedi operative su diverse attività.
Nell’auspicio che le prossime giornate possano consentire di addivenire ad una soluzione che permetta all’azienda di continuare a lavorare con gli standard di qualità di sempre ed i livelli occupazionali attuali nell’erogazione dei propri servizi, si è già provveduto ad informare i lavoratori direttamente coinvolti e tutti i dipendenti e collaboratori delle diverse sedi del difficile momento e della delicatezza delle trattative in corso.
Potenza – Sottoscritta da tutti i presidenti dei Gruppi consiliari, è stata con urgenza inserita nell’ordine del giorno, discussa ed approvata all’unanimità l’interpellanza sulla situazione occupazionale dell’azienda materana Datacontact.
A dare la notizia, il primo firmatario della mozione, il Capogruppo di Per La Basilicata, Roberto Falotico, che così commenta: “continuiamo, purtroppo, a registrare in Basilicata la drammatica ricorrenza di un argomento: i posti di lavoro che, con la dovuta urgenza, bisogna salvaguardare e non quelli che dovrebbero sommarsi all’esistente”. E’ questa un’emorragia che tutti siamo giornalmente impegnati ad arginare e lo dimostra l’urgenza del provvedimento, ma anche la sottoscrizione di tutti e l’approvazione raggiunta nell’odierno Consiglio Regionale all’unanimità.
Nei fatti, l’azienda che opera nei settori del contact center in outsourcing, delle ricerche di mercato e della comunicazione multimediale, pur avendo una cospicua mole di lavoratori con contratto a tempo indeterminato e 4 sedi: Potenza, Matera, Bari e Milano, possiede ben 417 unità lucane, attestate sulla commessa Telecom, il cui contratto a termine scade alla fine di maggio e non è più rinnovabile. Il colosso delle telecomunicazioni ha proposto a Datacontact una seconda proroga della commessa da maggio fino a settembre, ma si tratta di appena 4 mesi e senza variarne una virgola. Già nel corso della prima estensione, un accordo sindacale in deroga ha garantito almeno il mantenimento inalterato degli assetti aziendali. Ora con la crisi in atto, una commessa così stringente e la necessità di mantenere sul mercato l’azienda, Datacontact si trova innanzi alla dolorosa prospettiva di dover rinunciare al decennale lavoro per Telecom e chiudere la sede materana per contrazione di commesse.
Infatti, un’eventuale stabilizzazione del personale diverrebbe non più percorribile, in presenza di proroghe temporalmente limitate, concesse a pochi giorni dalla scadenza delle precedenti, che non permettono una serena programmazione delle attività, una crescita aziendale mirata e previsioni economiche a lungo termine sulle quali basare risorse ed investimenti.
“Si concretizzerebbe, così, scrive Falotico nella mozione, un’espulsione di massa dal contesto produttivo di soggetti attualmente occupati, peraltro non facilmente ricollocabili, che andrebbero ad arricchire la platea dei disoccupati lucani, gravando ulteriormente sulle casse dello Stato per le prestazioni previdenziali conseguenti alla perdita del posto di lavoro”. Conseguenze sociali devastanti che impongono di avviare una seria riflessione con il Governo regionale, unitamente alla committenza, per scongiurare tensioni sociali imprevedibili, considerato, altresì, che buona parte dei dipendenti interessati risulta monoreddito.
Per questo motivo, si è chiesto all’Esecutivo di adottare ogni intervento al fine di scongiurare la paventata ipotesi della perdita di lavoro da parte di molte centinaia di lucani, impegnati nella commessa Datacontact – Telecom e, contemporaneamente, di farsi promotore della convocazione di un tavolo urgente che affronti l’assoluta incertezza nell’acquisizione delle commesse, sia in termini quantitativi che temporali, da parte di Datacontact.
Nella foto in copertina l’ingresso della sede di via Lazzazzera, in basso Angelo, Rossella e Laura Tosto
che schifo!!! ora ci saranno altri 500 materani e non disoccupati…..
tanto chiudono al sud per aprire al nord… e noi fessi restiamo a guardare….
dovremmo iniziare una guerra civile!!!!!
Magari aprivano al nord… questi zingari di m… della telecom vanno a sfruttare terre come Africa, Albania etc. etc.
Sono i nostri politici che che pensano solo a rubare…
De Filippo è un potentino del c…. , vedi se chiudono Potenza!!!
si è già provveduto ad informare i lavoratori direttamente coinvolti e tutti i dipendenti e collaboratori delle diverse sedi del difficile momento e della delicatezza delle trattative in corso..
Non è vero, moltissime persone hanno preso informazioni in merito grazie a questo annuncio
Ora sono proprio curioso di vedere cosa sarà in grado di fare la regione
Concordo pienamente,si è arrivati agli ultimi giorni del mese quando c’erano diversi mesi a disposizione e in azienda vige un totale stato di silenzio, di conseguenza quasi tutti gli interessati vengono a conoscenza di questa situazione attraverso questo articolo.In gioco ci sono le vite di centinaia di ragazzi che costruiscono il loro futuro sulle basi di questa azienda.Che Dio ce la mandi buona.
Comunque lo stile di Datacontact è quello di preservare i propri dipendenti e siamo fiduciosi che anche questa volta ci riusciranno.
Ma qui parlano solo i dipendenti??
Datacontact non ce la fa e chiede aiuto alla Regione (leggi soldi), per tenere i dipendenti. Come sempre in questi casi, più sono alti i numeri (leggi voti), più è probabile che Pantalone sborsi (Nicoletti docet). Il bello è che il tutto non serve a salvare realmente i dipendenti, ma a tenerli con un accanimento terapeutico che, prontamente, dovrà essere reiterato a breve, fino a che tutti andranno a casa comunque, ma non prima di aver speso fior di milioni. E il mondo gira…
Mi dispiace solo per tutti quei ragazzi che ora rischiano di rimanere senza lavoro, se possiamo definire lavoro quello che oggi svolgono, con contratti precari e sicurezza azzerata per quanto riguarda il futuro.
Diciamo pure che lei probabilmente parla senza conoscere l’argomento…Se di lavoro si tratta!???!!Lei che lavoro fa?Appartiene a quella schiera di fannulloni che ha rovinato la nostra Italia?Datacontact da lavoro precario con Co Co Pro ma allo stesso tempo ha 417 giovani assunti con contratti a tempo indeterminato e determinato solo a Matera che percepiscono regolarmente lo stipendio senza ritardi di nemmeno un giorno,che percepiscono tredicesima a quattordicesima,che lavorano regolarmente le loro ore pianificate senza nessuno straordinario non retribuito.Un azienda giovane e dinamicaFORZA DATACONTACT…
La campagna elettorale è finita da un pezzo.
Non sono un fannullone e svolgo un lavoro da precario su turni da anni. Ho lavorato prima di lei a datacontact dato che cominciai a lavorare lì appena aprì, quindi so benissimo di cosa parlo. La mia non voleva essere un’offesa, ma a quanto pare qui qualcuno ha la coda di paglia, e mi pare che lei appartenga ad uno di questi.
Detto ciò mi fermo poichè evito di parlare con chi sputa veleno credendosi superiore ad altri.
Ah, concluderei solo dicendo che più che essere un fannullone che ha rovinato l’Italia, mi occupo di salvare la vita alla gente, cosa un tantino più difficile ed impegnativa dello stare al telefono, e come già detto,le molteplici ore di lavoro straordinario che mensilmente faccio non mi vengono MAI retribuite ed il contratto a tempo indeterminato non so nemmeno cosa sia.
Prima di offendere legga un po’ meglio.
Cari miei… è un’impresa ardua, anzi dura o meglio ancora “tosta”.
Io dico che la responsabilità di datacontact è palese quindi non vi fate commuovere dalle loro parole di circostanza. Ma come, i problemi spuntano fuori a 10gg dalla scadenza dei contratti?? e i rinnovi a tempo indeterminato tanto decantati??? allora vogliamo dire che siccome datacontact è andata avanti sempre con contratti precari, ora costretta a passarli a tempo indeterminato, si vede in difficoltà e spunta fuori questa storia…ma lo sapevano già !! il solito schifo all’italiana…
e i sindacati dove sono? i lavoratori dei call center sono lasciati in balia delle onde, come se fossero lavoratori di serie B
De Filippo non è potentino,e di Sant’Arcangelo paese d’origine anche di Rosa Mastrosimone.
De Filippo e’ potentino ….
Io salvo la vita e tu no ….
L’Italia e’ tutta uno schifo ….
Datacontact sfrutta i dipendenti …..
I sindacati fregano i lavoratori ….
I lavoratori felici di “lavorare” anche se con contratto a termine sono scemi …..
Le aziende chiudono al sud (dove sarebbero piu’ agevolate) per aprire al nord ……
Insomma, quando la smetterete di scrivere le solite banalità prive, come sempre, di alcun fondamento ?
Non ho alcuna idea di quanto prende un dipendente a Datacontact, ma posso mettere la mano (e anche altro) sul fuoco che prendono quel che il contratto dice e il contratto non viola alcuna legge. Se un dipendente pensa di prender poco puo’ licenziarsi per andare poi a salvare vite e potersi successivamente vantare su Sassilive.
Conosco diversi dipendenti non appagati da quel tipo di lavoro, perche’ magari hanno un titolo di studio sul curriculum e hanno sempre sognato di fare altro nella vita. Ma ne conosco di entusiasti e trattarli come poveracci che fanno un lavoro di XXXXXX e’ davvero da ignoranti, sintomo di superficialità e per cui e’ ben meritata una risposta quale “ma tu hai mai lavorato ???”
Viva gli spazzini, le badanti, gli OSS, gli uomini e le donne delle pulizie, che lavano per terra, lavano i cessi, puliscono le scrivanie dove noi grandi uomini d’affari poggiamo le nostre carte …. VIVA IL LAVORO !
Caro Sunday, sono “perfettamente d’accordo a metà” con te, perchè dobbiamo smetterla di dire grazie a Datacontact perchè offre lavoro in una terra depressa: non lo fa certo perchè Tosto è Padre Pio e le sue figlie delle Sante Maria Goretti…ma lo fa per il Dio Profitto, che li ha invogliati e li trattiene sul nostro territorio.
Quindi, come ben dici, viva tutti i lavori, soprattutto i più umili, quando però vengono effettuati nel rispetto della legalità e dei diritti dei lavoratori.
Altrimenti, è legittimo qualsiasi dissenso, anche da parte di chi sembra sputare nel piatto ma vorrebbe semplicemente fare quello che fa secondo le vigenti leggi.
A mio modesto avviso, Datacontact sembra approfittare della situazione di disperazione in cui versa il nostro amaro e sfortunato territorio…
Caro Amico Neqrouz, non credo di aver chiesto a tutti di ringraziare Datacontact.
Certo che l’azienda fa quel che fa per il profitto, NON C’E’ NIENTE DI CUI VERGOGNARSI se la conseguenza e’ il profitto, lo e’ anche per i dipendenti che prestano il loro lavoro PER LA CONTROPARTITA SACROSANTA!
Non esiste azienda al mondo che ha profitto zero caro amico, altrimenti non ci sarebbe alcun senso.
Anche l’azienda dove lavoro io a fine anno snocciola i risultati che sono sempre risultati economici, mica pizza e fichi.
Detto quindi che il profitto non e’ una parolaccia ma e’ il giusto risultato che l’azienda si deve aspettare dal lavoro, mi chiedo quindi di cosa dobbiamo parlare se a quanto pare l’azienda e’ in regola con tutti i suoi dipendenti, tutti assunti con contratti piu’ o meno stabili, tutti regolarmente retribuiti secondo il contratto che entrambi gli attori hanno stipulato. In un momento di crisi generale quando mancano le commesse perche’ far lavorare un call center indiano costa mooooolto meno (vedi questo video: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/182128/casciari-call-center-in-india.html ) cosa si deve fare?
Cosa farebbe Neqrouz e gli altri ?
Li assumiamo tutti a tempo indeterminato?
Tanto se poi l’azienda chiude, sempre a casa si va.
Quindi e’ meglio un’azienda viva da 1000 – 400 = 600 dipendenti oppure e’ meglio 1000 tutti assunti per ora e poi tra 3-4 mesi 1000 tutti a casa ?
Scusate la matematica spicciola, ma e’ proprio di questo che stiamo parlando e c’e’ chi insiste ancora con Potentino, Materano e tutte ste cavolate
Sunday, vedo che non hai letto bene ciò che ho scritto, oppure non mi sono spiegato bene.
Non ho assolutamente demonizzato il profitto e non sono andato in quella direzione qualunquistica…far lavorare con contratti a progetto gente che, di fatto, svolge attività di lavoro subordinato a tutti gli effetti significa eludere la normativa sul lavoro.
Quindi, dico solo che se vuoi fare l’imprenditore, devi farlo seguendo le regole e non aggirandole con stratagemmi e furbate da paraculo.
Un lavoratore c. d. “a progetto” sarebbe un lavoratore autonomo che dovrebbe svolgere un’attività che produca un risultato entro un determinato tempo, avvalendosi della struttura del committente nei tempi e nei modi che ritenga più opportuni al raggiungimento del risultato (il progetto, appunto).
Non mi sembra che sia la situazione di chi deve stare attaccato al telefono lavorando sottoposto ad orari, turnazioni e modalità lavorative eterodirette…quest’ultimo, DI FATTO, E’ UN LAVORATORE SUBORDINATO.