Con la riconferma di Luigi Veltri a segretario regionale Uil Scuola si sono conclusi a Rifreddo i lavori del primo congresso dell’organizzazione di categoria della Uil. L’imminente sciopero generale della scuola (30 maggio) segna la fine di un anno scolastico molto complicato. “Questa scuola – ha detto il segretario nazionale Pino Turi nelle conclusioni – non è più un ascensore sociale e penalizza il Sud. Dunque esiste una “Questione meridionale» della scuola. La Costituzione tutela una scuola democratica, partecipata, libera, che finora ha svolto il ruolo di ascensore sociale sfornando le classi dirigenti sulla base del merito. I figli del Sud hanno avuto l’opportunità di emanciparsi, non più condannati a ereditare per forza il mestiere dei padri. Questo governo, invece, vuole riportare la scuola a un sistema ancestrale di produzione. La scuola deve formare al lavoro, è vero, ma deve soprattutto essere un luogo di confronto, di crescita, un moltiplicatore dei talenti. Vanno bene le risorse sugli immobili, ma non si può prescindere dagli investimenti sugli insegnanti”.
Non è casuale la parola d’ordine scelta “le persone fanno la scuola” perché – ha spiegato Veltri – come è accaduto nella pandemia con tutto il personale che si è caricato sulle spalle il peso di non far cadere il diritto all’istruzione-educazione-formazione – i veri eroi insieme al personale della sanità – anche nel nostro sindacato le persone sono state e saranno sempre più determinanti per favorire la piena ripresa”. Al centro dei temi congressuali la questione demografica che continua ad essere la prima vera e propria emergenza con cui fare i conti. “In 20 anni – sottolinea Veltri – la scuola lucana ha perso circa 30 mila alunni”. La Uil Scuola si conferma come sindacato in continua ascesa in Basilicata ed è determinante per l’affermazione confederale. Si è registrata una netta affermazione delle liste Uil scuola RUA: il sindacato si consolida rispetto alle precedenti elezioni e si conferma come organizzazione con la più alta percentuale di crescita nei consensi in tutta la regione.”Questo – dice Veltri – grazie alla forte partecipazione di tutti i lavoratori della scuola che sentono fortemente il senso di appartenenza ai nostri valori e la necessità di sentirsi rappresentati da un sindacato competente e vicino alle persone”.
Si è parlato di sicurezza. In Basilicata saranno realizzati sei istituti scolastici (a Pignola, Lagonegro, Vietri di Potenza, Rionero in Vulture, a Matera e a Potenza) con una spesa di 24,4 milioni di euro. Sicure, inclusive, innovative e sostenibili: sono gli aggettivi utilizzati per un progetto di messa in sicurezza che – sottolinea Veltri – consideriamo parte essenziale delle misure destinate alla scuola, da collegare alla presenza delle persone. Le scuole non sono solo edifici ma comunità viventi. Sofia Di Pierro ha raccontato la sua esperienza come quella di 450mila docenti precari che hanno partecipato ad un concorso, quello ordinario, rivelatosi una “grande beffa”, un concorso che – ha detto – “è stato spacciato come meritocratico e in grado di risolvere il problema del precariato”. Per il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – che ha presentato un’iniziativa originale (zainetti sono stati dislocati in alcune scuole superiori per raccogliere pensieri-messaggi dei ragazzi alla Uil in vista del congresso regionale di fine giugno) – “è in gioco il futuro di centinaia di docenti precari e dei nostri giovani. Quando citiamo l’alto numero di Neet – giovani che non continuano gli studi e non cercano lavoro – dobbiamo sforzarci di indicare le proposte più giuste per avvicinare il mondo del lavoro ai disoccupati. Abbiamo ancora 4 assunti su 10 di difficile reperibilità, figure professionali considerate introvabili. C’è da rilanciare ruolo e funzioni dell’Unibas”. E’ intervenuto inoltre il segretario aggiunto Uil Scuola Rua Nazionale Giuseppe D’Aprile. Luciano Brindisi Rua Uil in proposito ha detto che “la sfida Unibas su cui riflettere è come trasformare la spesa regionale – 12 milioni l’anno più 10 milioni per Medicina – in qualità di formazione scientifica e sbocchi occupazionali certi, stabili e qualificati per i laureati”. La scuola che vogliamo – è il messaggio del congresso – è quella che deve permettere a tutti di poter ottenere il riscatto sociale, a maggior ragione in un’Italia che da anni soffre la crisi economica e nella nostra Basilicata che è il sud del sud d’Europa.
Di seguito l’intervento di Angela Maria Andrisani, segretaria provinciale Uil Scuola Matera, al 1° congresso regionale della Uil Scuola Rua Basilicata sul tema “Le persone fanno la scuola”.
“Ed è proprio dalle Persone che bisogna ripartire, sottolinea la Segretaria, da coloro che hanno mostrato, soprattutto nel periodo della Pandemia, forza e sacrificio per consentire la formazione didattica anche quando la politica non ha assunto e non assume le opportune posizioni e responsabilità.
Purtroppo la Scuola, negli ultimi vent’anni, non è entrata nel dibattito politico come leva strategica sulla quale costruire l’identità culturale di un popolo, ma è stata considerata solo dal punto di vista finanziario, come destinataria di logiche meramente economiche.
La crescita dei compiti e delle responsabilità del singolo non hanno determinato una crescita stipendiale anzi in più abbiamo assistito ai tagli alle pensioni e l’aumento della precarietà e alla restrizione della libertà di esercizio della propria professionalità.
Il Governo aveva preso un impegno lo scorso maggio, promettendo di stanziare risorse aggiuntive alla scuola e solo il 17maggio, nella scuola, ha preso il via il rinnovo del contratto trienno 2019/2021 il tassello mancante delle attuali politiche governative. Tre anni e 5 mesi. Le esigue risorse previste nella Legge di Bilancio consentirebbero il solo o quasi recupero dell’inflazione.
E allora, prosegue la Segretaria, dobbiamo chiederci quale deve essere la scuola del futuro… se i Docenti potranno tendere verso un contratto di tipo professionistico e gli ATA avere il loro giusto riconoscimento e valorizzazione professionale.
La questione dell’esiguità delle risorse destinate al sistema scuola nel suo complesso è in contraddizione con i i pacchetti formativi preparati ed elargiti, anche con costi finanziari importanti, che fanno parte dell’altro tassello da sistemare ossia quello della Formazione obbligatoria.
La libertà di insegnamento e la libera scelta nell’aggiornamento devono essere base professionale per ogni docente.
Invece, ci giunge il Decreto Legge n. 36 del 30/04/2022 dimezza la carta del docente, utile anche per fare corsi di formazione e aggiornamento, ignora poi il personale Ata incentiva il mercato dei crediti formativi che pesano sulle spalle dei precari già sofferenti economicamente.
C’è molto da lavorare dobbiamo fissarci un obiettivo primario quello di ridare valore al lavoro del personale docente, Ata, dei dirigenti scolastici. Dobbiamo essere un sindacato sempre più capace di rispondere alle sfide che il nostro tempo ci pone, avendo a riferimento i valori del dialogo del confronto e della democrazia”.