Gal Start 2020: Ferrandina città dell’olio e delle “olive infornate” come presidio slowfood. Di seguito la scheda di promozione territoriale dedicata a Ferrandina e la fotogallery.
Ferrandina ha origini antichissime, la sua posizione privilegiata ha favorito gli insediamenti umani fin dall’età del ferro, come testimoniano gli antichi reperti ritrovati negli scavi della città.
Mille anni prima di Cristo questo luogo è stato abitato da un gruppo di uomini provenienti dalla Magna Grecia che chiamarono il borgo Troilia, in onore di Troia, città dell’Asia Minore andata distrutta dopo la leggendaria guerra.
La prima parte della storia di Ferrandina è stata ricostruita grazie ai ritrovamenti e alle testimonianze storiche recuperate nel centro abitato ma le prime notizie scritte riguardo a questo borgo sono datate intorno al 1029.
Durante il ‘Quattrocento un violento terremoto ha distrutto i villaggi della zona e solo con l’arrivo di Federico d’Aragona venne fondata una nuova città. Il nuovo borgo venne chiamato Ferrandina, probabilmente in onore di Ferrandino, figlio di re Ferrante I e fratello di Federico d’Aragona, morto giovanissimo.
Nel 1491 Federico d’Aragona depose la prima pietra per la costruzione della chiesa madre di Ferrandina, dell’edificazione di questo luogo di culto si sa solo questo, il resto si perde nei corridoi della storia.
La chiesa ha una facciata quasi priva di decori, spiccano solo i tre rosoni e i tre portali; il portale centrale è accompagnato da due colonne istoriate.
Gli interni della chiesa risalgono al ‘Settecento, ma non disdegnano gli echi di un gusto tipicamente barocco.
Ferrandina può vantare un notevole patrimonio storico, culturale e religioso, come ad esempio La chiesa di Chiesa di Santa Maria della Croce, il Convento di Santa Chiara e il Museo della civiltà contadina e dei mestieri antichi che è nato nel 2009 con una mostra permanente, ospitata all’interno del palazzo di proprietà della famiglia Trifogli- Saggese.
L’istituzione di questo luogo era stata fortemente caldeggiata da tutta la comunità di Ferrandina che desiderava poter rivivere un passato caratterizzato da una vita semplice e rustica. Un angolo di storia che potesse essere motivo di riflessione per le giovani generazioni. Nell’immenso patrimonio storico custodito da questo museo spicca una raffigurazione unica ed introvabile della Madonna degli Ulivi, che viene venerata solo a Ferrandina.
Il museo della Civiltà Contadina e dei Mestieri Antichi è ancora in fieri, in un continuo divenire che deve tutto al prezioso contributo dei cittadini, curiosi e attenti custodi della tradizione.
L’avvento del fascismo ha rappresentato per questa cittadina lucana uno dei periodi più bui della sua storia. Ferrandina non ha mai approvato l’operato di Mussolini e del suo regime e per questo ha subito la violenza dello squadrismo che ha portato all’assassinio del sindaco, Nicola Montefinese, ma sul finire della seconda guerra mondiale, nel 1943, il popolo di Ferrandina è tornato ad insorgere contro il fascismo e la protesta è diventata più aspra e accesa dopo il 2 agosto del 1945, quando il popolo con insistenza iniziò a chiedere l’allontanamento dei fascisti latifondisti e la restituzione delle terre.
Dal 2015 le sale del convento di Santa Chiara hanno aperto le porte al Museo della Civiltà Contadina e dei Mestieri Antichi.
Il gran numero di visitatori e i continui contributi che i privati donarono al museo pian piano hanno reso necessario il trasferimento in un luogo più grande, che potesse anche ospitare laboratori e seminari.
Il museo è diviso in tre sezioni. Nella prima parte si ritrovano piccoli angoli della bottega di un barbiere e di un calzolaio, l’officina di un fabbro, il laboratorio di un falegname ed un imponente telaio che veniva utilizzato dalle donne per realizzare la Ferlandina.
La seconda parte ospita la ricostruzione della vita nei campi, grazie all’utilizzo di un rudimentale aratro e di oggetti di lavoro quotidiani. L’ultima parte, quella più interna, è la cantina, un luogo fresco che ricrea l’ambiente adatto per la conservazione dei cibi. I figuli, maestri di ceramica e terracotta di Ferrandina, hanno messo a disposizione una vasta collezione di oggetti, per lo più giare e vasi ed un cassone per la conservazione di cereali e legumi.
A pochi chilometri da Ferrandina alcuni ruderi attirano la curiosità di molti. Secondo alcuni studiosi sarebbero ciò che oggi resta dell’antico borgo di Obelanum, Uggiano. Secondo altri invece Uggiano corrisponderebbe all’attuale città di Ferrandina. La vicenda è ancora controversa.
Le olive infornate della varietà Majatica
Ma Ferrandina è anche famosa perché in queste colline, caratterizzate da piantagioni di ulivi secolari viene coltivata una particolare varietà di olive, detta Majatica, utilizzata per la produzione di olio ma soprattutto per la realizzazione delle olive infornate, una ricetta tipica di questo borgo lucano.
Le olive infornate di Ferrandina si possono gustare in vari modi: sia semplici che condite con olio extravergine d’oliva, aglio e scorse d’arance e limoni. S’accompagnano a salumi e pecorino stagionato ma vengono utilizzate anche per la preparazione della zuppa di zucca gialla e del baccalà in umido.
Oliveto a Ferrandina. L’olivo in questo paese rappresenta quasi la sacralità, anche perché è l’unico dove viene venerata la “Madonna degli ulivi”.
Le olive infornate rappresentano un baluardo di storia locale, la loro unicità e la particolare varietà le hanno rese un patrimonio da tutelare e per questo sono state annoverate nell’elenco del Presidio dello Slow Food
La cittadina è ricompresa nell’area del GAL START 2020 ed alcuni imprenditori locali hanno partecipato al progetto SLOWTRIP offrendo prodotti del turismo lento ed ecosostenibile al circuito della rete Leader; in particolare segnaliamo l’attività turistica :
Ferrandina città aragonese e dell’olio
Un tour nel centro storico tra le principali bellezze monumentali di Ferrandina, quali i complessi monastici, gli sfarzosi palazzi signorili, le chiese di rinomata bellezza. Il precorso termina con la visita di un rinomato liquorificio artigianale e di un frantoio con degustazione di prodotti tipici come le olive infornate, il “sospiro” di Ferrandina ei formaggi podolici.
Prenotazioni: tutto l’anno in base ala stagionalità dei prodotti.
Info e prenotazioni: Antonio Pecci Cell. 3807817889
LINK https://www.slowtrips.eu/see-do/all-experiences/ferrandina-the-aragonese-and-oil-town/#regdl=ferrandina-the-aragonese-and-oil-town