“Lui è qui, ancora qui”. E’ il titolo di un racconto scritto da Mariagrazia Martoccia, 16 anni di Ferrandina, alunna della II E del liceo classico “E. Duni” di Matera, che ha partecipato nei mesi scorsi ad un laboratorio di scrittura creativa gestito dal liceo in collaborazione con il docente Alessio Romano della Scuola Holden. “L’idea di questo racconto nasce nel 2020, agli inizi di questa spaventosa pandemia, ma prende vita nel 2021 grazie a un’opportunità offerta dalla mia scuola” racconta la giovane. “In occasione del secondo incontro ci è stato chiesto di scrivere un racconto a tema libero, così ho colto l’occasione per condividere quella storia che, un po’ per scaramanzia, non avevo mai scritto. Ora che la storia è diventata la mia – continua la ragazza – ho sentito il dovere, ma soprattutto il desiderio, di sensibilizzare, sotto una diversa chiave di lettura, tutti coloro che la leggeranno”. Una storia che l’autrice spera possa essere presto pubblicata e che vuole lanciare un messaggio ben preciso. “Vivere, continuare a farlo senza mai abbassare la guardia, con l’augurio e la speranza che ciò che stiamo vivendo diventi presto solo un capitolo fra le pagine dei libri di storia” è l’auspicio di Mariagrazia.
Di seguito il racconto di Mariagrazia Martoccia
Lui è qui, ancora qui
Nessuno poteva saperlo, nessuno lo avrebbe mai immaginato, nessuno ci avrebbe mai creduto…Nessuno. Avrei preferito che questa storia fosse soltanto tale. Una di quelle storie che si ascoltano, ti lasciano il loro messaggio, e restano lì. Restano ferme nella tua memoria ma sono innocue, qualcuno direbbe anche “surreali”. Invece sono qui, siamo qui, lui è qui.
“Ci vediamo domani”
“Si, a domani”
“Oh no, l’ho dimenticato a casa”
“Tranquilla, usiamo il mio”
“Questa settimana è stata un inferno, sembrava non finire mai.”
“Allora non ci sono scuse, questa sera usciamo in centro e andiamo a prendere le pizze. Vedrai che ci divertiremo”
“Pronto?”
“Ehi Edo, come va?”
“Bene dai. Tu come stai?”
“Sono un po’ giù di morale…avrei veramente bisogno di un tuo abbraccio”
“Il tempo di arrivare e sono da te, preparati.”
E se ti dicessi che nella mia storia questo è solo frutto di immaginazione? Un desiderio collettivo destinato ad essere tale per molto, molto tempo senza la certezza che possa trasformarsi in realtà?
Te lo avevo detto che non ci avresti creduto.È proprio così.
Forse quello è il tuo mondo, la tua vita, la tua normalità… non la mia, non la nostra, lui ora è qui.
“Non avvicinarti a nessuno, può essere pericoloso”
“Meglio se non esco stasera, potrei incontrarlo anche io”
“Sta attento mentre sei a lavoro, mantieni le distanze”
“Mamma devi uscire per forza? Io ho paura”
“Non toccare niente se non è necessario”
“Non scambiatevi nulla, lui potrebbe essere lì”
“Restare a casa è la cosa migliore, anche se lui è ovunque”
“E se mi riconoscesse e volesse attaccarmi? Meglio che mi renda meno riconoscibile”
Ecco, la mia storia inizia più o meno così.
“Ti chiamo domani”
“Si, a domani”
“Uff, non riesco a trovarlo”
“Tranquilla, ti mando le foto dal mio”
“Questa settimana è stata un inferno, sembrava non finire mai.”
“Allora non ci sono scuse, questa sera ti videochiamo. Vedrai che ci divertiremo”
“Pronto?”
“Ehi Edo, come va?”
“Bene dai. Tu come stai?”
“Sono un po’ giù di morale…avrei veramente bisogno di un tuo abbraccio”
“Quando vorrei poter venire da te”
Questo è il mio mondo, il nostro mondo, la nostra normalità… non la tua, non la vostra, vorrei che lui non fosse qui.
Non puoi vederlo, non puoi sentirlo, non puoi toccarlo, ma ti assicuro che più vicino di quanto tu possa immaginare. Stiamo combattendo con un mostro invisibile, un nemico così immenso da riuscire ad oltrepassare anche il più impercettibile spazio, lui è ovunque.
“Posso abbassare la guardia, qui sono al sicuro”
È proprio in quel momento che lui si avvicina, ti sfiora…ormai sei una sua vittima.
Passano giorni, settimane, mesi ma il mondo è come se si fosse fermato. Forse abitiamo in un disco rotto, finisce e ricomincia, lo fa ancora una volta e un’altra ancora, ma a suonare sono sempre le stesse eterne note.
“Benvenuti in una nuova edizione straordinaria del TG. Anche oggi le vittime sembrano aumentare, si registrano altre morti. Vi preghiamo di prestare attenzione e di spostarvi dalle vostre abitazioni solo se necessario. Non lasciatevi riconoscere da nessuno e ricordate MAI abbassare la guardia”
Ho perfino smesso di accendere la televisione, le notizie sono reiteranti. Ogni famiglia ha aggiunto un nuovo membro al nucleo familiare: la paura.
Tutti iniziano ad avere timore di tutti, a sospettare che il mostro si nasconda in ognuno di loro, che sia pronto ad attaccare da un momento all’altro. Indosso la mia maschera ed esco di casa, sperando di tornarci con la pelle ancora cucita addosso, così il mostro dovrebbe restarmi lontano.
Mi chiudo nella mia stanza, accendo il computer, saluto i miei amici in videochiamata, indosso il pigiama e spengo la luce. Ora il loop può ricominciare.
A svegliarmi è un suono diverso: l’ambulanza. Questo è il mio mondo, il nostro mondo, la nostra normalità… purtroppo lui è ancora qui.
Sono salva, lo sono ancora. Andrà bene. Non ho paura.
Mi alzo, mi vesto e ricomincia la mia giornata. Apro la finestra, peccato che il sole sia solo in cielo. Tutto è cupo, sento una dolce melodia provenire da qualche casa.
Lui c’è, ci sente, ci vede, non aspetta altro che travolgerci tutti nel suo domino. Ancora una lacrima, un’altra vittima è caduta nel suo gioco.
Mi nascondo, mi maschero. Non voglio vedere nessuno, non posso vedere nessuno. Nessuno vuole toccarmi, nessuno deve toccarmi. Non voglio uscire di casa, non posso uscire di casa. Non voglio che tu mi colpisca, lo hai già fatto.Non voglio dirlo, devo dirlo.
“Vieni qui, abbracciami, ma restami lontano.”
Non dovevi vincere, ma hai vinto.
E ora io sono come te.
Mariagrazia Martoccia
Classe: II E
Anno scolastico: 2021/2022