Il Coordinamento Provinciale Anpi di Matera in una nota esprime solidarietà e vicinanza al giornalista, medico e componente dell’Anpi Filippo Mele, già oggetto in passato di episodi intimidatori, dopo gli attacchi ricevuti dallo stesso Mele sui social a seguito delle sue dichiarazioni rispetto agli ultimi episodi presumibilmente dolosi registrati a Scanzano Jonico. Di seguito la nota integrale dell’Anpi e la lettera inviata da Filippo Mele al Prefetto di Matera.
Al Prefetto di Matera
Il Coordinamento Provinciale Anpi di Matera assume i contenuti dell’allegata nota inoltrata da Filippo Mele, medico, giornalista e componente del nostro Coordinamento, già oggetto in passato di più episodi intimidatori, esprimendogli solidarietà e vicinanza.
Il Coordinamento esprime, inoltre, solidarietà e sostegno alla Magistratura, alle Forze dell’Ordine e a tutte le Istituzioni, Organizzazioni Professionali, Associazioni, Imprese e singoli cittadini che si adoperano quotidianamente in difesa della Costituzione, per affermare la legalità e per garantire sicurezza al territorio, e resta in attesa di ogni utile azione promossa dalle preposte Autorità tesa ad accertare i fatti, individuare eventuali responsabilità e perseguirle in ogni sede in stretta attuazione delle vigenti normative in materia.
Il Coordinamento Provinciale Anpi di Matera
Di seguito la lettera di Filippo Mele inviata al Prefetto di Matera Sante Copponi e per conoscenza a Libera Basilicata e Anpi Basilicata
Chi infanga Scanzano Jonico
Gentilissimo sig. prefetto Sante Copponi,
le scrivo da ormai “vecchio” cronista di 69 anni, iscritto all’Ordine dei giornalisti della Basilicata dal lontano 2 novembre del 1985, e che ha lavorato con molte testate, tra cui La gazzetta del mezzogiorno dal luglio 1998 al 1 aprile 2019, data del mio pensionamento. Ora curo un blog personale, filippomele.blogspot.com, ed una pagina Facebook, Filippo Mele giornalista. Nella mia attività per la Gazzetta, e successivamente, mi sono occupato dei più importanti fatti di cronaca del Metapontino e dintorni. Con soddisfazioni personali e giornalistiche ma con molti… problemi esistenziali. Ho dovuto denunciare una persona che mi minacciò di morte, un’altra che aveva pronta la purga per me e che mi avrebbe fatto licenziare. Sino alla notte del 10 ottobre 2018 quando mi fu recapitata una busta contenente un foglio A 4 bianco, una penna Bic rossa, e un proiettile di pistola inesploso. Così scrisse nella sua informativa alla stampa il procuratore Curcio: “La particolare capacità d’intimidazione del sodalizio e la sua volontà di imporsi sul territorio era pure dimostrata dalle minacce ad un giornalista del posto, Filippo Mele della Gazzetta del Mezzogiorno, che si era occupato ed aveva riferito, nel corso della sua attività professionale, delle infiltrazioni, ma sarebbe meglio dire, dell’occupazione mafiosa del territorio da parte della medesima organizzazione”. Per quanto accadutomi sono parte civile nel processo in corso contro coloro che la magistratura inquirente ha individuato come i responsabili dell’attacco nei miei confronti nell’ambito dell’inchiesta denominata 101 bis.
In quella inchiesta, gentilissimo sig. prefetto, sono citate 23 parti lese ma solo una, chi le scrive, si è costituita nel giudizio. Lascio a lei le considerazioni del caso. Con me, nel processo, sono parti civili anche la Federazione nazionale della Stampa, l’Assostampa di Basilicata, e la Gazzetta del mezzogiorno.
Ma perché le ho scritto del mio curriculum?
Per arrivare ai giorni nostri in cui ho avuto l’onore di intervistare anche lei proprio qui a Scanzano Jonico dopo l’incendio dei due stabilimenti balneari La Kicca e Baia delle scimmie. Incendi che proprio lei, nella intervista, ha attribuito a clan mafiosi. Sono accaduti, inoltre, altri due fatti: la porta della chiesa sfondata, il 20 maggio scorso, e una aggressione a colpi di bottiglia di birra sul cranio, con un uomo rimasto a terra per minuti prima dell’arrivo del 118, nella tarda serata di domenica scorsa. Episodi di cui ho trattato chiamato nel primo caso dal parroco e nel secondo da persone che erano sul posto.
Ebbene alcuni miei concittadini proprio in queste ora hanno imbastito una campagna sui social denigratoria e diffamatoria nei miei confronti. Io infangherei con i miei articoli il buon nome, la storia, la vita di Scanzano Jonico.
Le invio, virgolettato, il post in questione pubblicato sul profilo Facebook di tale Abele Morano: “A tutti i miei contatti residenti in tutta Italia. Sono residente (ed orgoglioso di esserlo!!!!) nel comune di Scanzano jonico della provincia di Matera.
Splendida cittadina della Basilicata, bagnata dal Mar Jonio, a forte vocazione turistica ed agricola.
Abitata da gente splendida e laboriosa.
Ma purtroppo infangata, a torto, con l’appellativo di “mafiosa” e “violenta”.
Quando leggete articoli o vedete video che asseriscono tali cose, non credete ad alcuna sola parola!!!
È tutto frutto di una vera e propria azione denigratoria, di pseudo giornalismo, da parte di alcuni soggetti che hanno seri disturbi della personalità (e non solo….!!!!).
Tra l’altro mai stati splendidi esempi vita (chi è del posto, li conosce molto bene!!!!).
Per cui vi invito a visitare le nostre spiagge meravigliose, i nostri siti archeologici, a degustare la nostra cucina e tanta, tanta, tanta calorosa accoglienza”. Tale post è stato condiviso da altre persone ed è stato commentato con numerosi giudizi di adesione.
A prescindere dal contenuto denigratorio e diffamatorio del post in questione dal quale si evince chiaramente il suo indirizzo alla mia persona ritengo che esso rappresenti un ulteriore esempio di quella cultura fiancheggiatrice se non addirittura omertosa che, nel tentativo di negare anche l’evidenza, cerca di addebitare ad altri le miserie in cui, purtroppo, un Comune abbandonato a sè stesso versa ormai da anni.
E tanto non certo per colpa dei cittadini, delle imprese, dei lavoratori, che con impegno, consapevolezza ed elevate capacità raggiungono l’eccellenza in molti settori dell’agricoltura, dei servizi e del turismo, ma, purtroppo, per quel sistema nascosto di violenza, malaffare, e soprusi, che i miei denigratori cercano di negare.
Proprio per evitare che il fenomeno venga ancora oggi sottovalutato, mi rivolgo a Lei affinchè possa mettere in atto tutte le iniziative che sono in suo potere per assicurare che anche a Scanzano Jonico si possa vivere serenamente nel rispetto della legalità.
Filippo Mele