Stati Generali della Scuola a Roma, le proposte di Leonardo Giordano, componente del Dipartimento nazionale “Istruzione” di Fratelli d’Italia. Di seguito la nota integrale.
Si sono tenuti il 26 maggio a Roma nella Sala “Zuccari” del Senato gli “Stati Generali della Scuola”,organizzati dal Dipartimento nazionale “Istruzione” di Fratelli d’Italia. L’incontro era presieduto dall’onorevole Paola Frassinetti, dall’On. Ella Bucalo e dal Sen. Antonio Iannone che guidano il Dipartimento. Vi hanno partecipato anche il Ministro dell’Istruzione Bianchi, il Presidente della Commissione “Cultura del Senato” Nencini, il vicepresidente della Camera Rampelli, i Capogruppo a Senato e Camera di FdI Ciriani e Lollobrigida nonché i rappresentanti sindacali dei maggiori sindacati della scuola: dalla CGIL alla CISL, dallo SNALS a GILDA – COBAS all’ANIEF.
All’interno del convegno si è tenuta anche una sessione dedicata agli interventi dei componenti territoriali del Dipartimento nazionale “Istruzione” di FdI. Per la Basilicata è intervenuto Leonardo Giordano. Nel suo intervento il Dirigente Scolastico lucano ha sostenuto che se Fratelli d’Italia si definisce un partito “conservatore”, nell’accezione che ne ha dato l’ex presidente del Senato Marcello Pera, cioè di chi è impegnato a difendere la tradizione e l’identità di una Nazione, che ne rappresentano il “DepositumSapientiae”, ma che al tempo stesso non rifiuta l’innovazione quando essa non stride e non contrasta con questo “DepositumSapientiae” che è l’identità culturale di una Nazione, la “pseudo innovazione” della riduzione della durata dei licei da cinque a quattro anni non può essere tollerata «perché – ha dichiarato Giordano- ferirebbe profondamente questa identità».
«Non si può adottare come modello culturale da seguire quello della Finlandia –ha continuato Leonardo Giordano- perché esso è completamente estraneo alla nostra tradizione scolastica ededucativa e rischierebbe di rappresentare un innesto innaturale. In Finlandia si fa scuola senza aule, senza classi, senza libri. Una sorta di “scuola liquida” nella quale la cultura digitale la fa da padrona a scapito di quella umanistica. Inoltre gli ultimi dati OCSE hanno dimostrato una significativa flessione di rendimento del sistema scolastico finlandese almeno dal 2018. Non basta un lustro per collaudare un sistema educativo, occorrono diversi decenni prima di tracciarne un bilancio rigoroso che evidenzi risultati attendibili e duraturi.»
Sono stati anche snocciolati, nell’intervento di Giordano, alcuni dati significativi: nella scuola italiana il 50% dei docenti delle primarie supera i 50 anni,dato che passa al 62% nelle scuole secondarie, a confronto di una media europea del 33%. Le classi delle scuole del meridione presentano mediamente 10 alunni in più rispetto a quelle del Nord, mentre vari insegnanti meridionali emigrano al Nord per insegnarvi. “Questi dati fanno riflettere ed impongono che le procedure per le assunzioni in ruolo siano più rapide, cominciando col sistemare una volta per tutte la questione “precari”». Ha concluso Giordano:«Questi tempi hanno messo drammaticamente in evidenza che l’Italia è povera di materie prime. Ha però quello che taluni definiscono una risorsa più importante del petrolio e delle altre materie prime: l’inventiva, il “genio italiano”. Se così è, la scuola e la cultura non possono essere asservite a logiche economiciste e di sistematica contrazione della spesa. Dovrebbe costituire il primo investimento invece.”