Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci del Movimento 5 Stelle: “Su Scanzano tutti facciano la loro parte a cominciare dalla Regione Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
Fatichiamo a trovare le parole per commentare quanto successo a Scanzano Jonico nelle ultime settimane. L’escalation di attentati ha fatto emergere le dinamiche complesse di un territorio che troppo spesso sono state sottovalutate nel corso di questi anni, sia dalle istituzioni che dalla cittadinanza stessa. La tendenza a non voler infangare il buon nome di gran parte della cittadinanza di Scanzano ha fatto sì che questi veri e propri fenomeni criminosi e mafiosi proliferassero indisturbati alla luce del sole.
Gli atti incendiari di questi giorni sono un vero e proprio affronto alle istituzioni e la dicono tutta sulla sfacciataggine di questi soggetti che – evidentemente – negli ultimi decenni hanno creduto di poter fare il bello e il cattivo tempo incoraggiati da un silenzio intriso di paura e complicità.
L’intera comunità della Basilicata deve stringersi al fianco della parte sana della cittadinanza di Scanzano Jonico. Ognuno deve fare la sua parte per respingere senza tentennamenti queste dinamiche nocive per il tessuto sociale. La stessa regione deve mandare un segnale, a partire dallo sblocco di quella delibera al fine di consentire alla Città della Pace di poter accedere ai finanziamenti del PON Legalità e non rimanere una cattedrale nel deserto. Una battaglia che il M5S persegue da anni e che ha portato il Consiglio Regionale ad esprimersi favorevolmente in questo senso impegnando il Presidente Bardi all’approvazione della delibera. Bardi, quindi, dia un segnale concreto, altrimenti è meglio che ci risparmi i selfie e le passerelle con il consigliere Cariello (da sempre contrario al completamento della Città della Pace) suo cicerone tra le macerie.
Infine vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alle vittime di questi vili attentati, augurando loro di rimettersi in piedi prima possibile. Un altro pensiero non possiamo non dedicarlo a chi, come il giornalista Filippo Mele, ci mette la faccia e denuncia da anni senza paura le vicende oscure di un territorio che non merita affatto questo stigma.