Nicola Pavese: “Il trasporto urbano per migliorare la mobilità a Matera”. Di seguito la nota integrale inviata dal cittadino materano.
Aumentano le proteste per alcuni discutibili provvedimenti del Comune di Matera: al centro delle discussioni vi sono l’estensione (eccessiva) delle zone a traffico limitato e le strisce blu dei parcheggi in aree prossime al centro storico. Provvedimenti che potrebbero diventare ancora più drastici e per i quali i commercianti, i cittadini e alcuni politici hanno espresso un coro di perplessità circa le restrizioni imposte.
La cosa che maggiormente sorprende, nel leggere (anche) le dichiarazioni degli amministratori, è la preoccupazione di “inventarsi” nuovi parcheggi e soprattutto la totale assenza dal dibattito di un aspetto dal quale si dovrebbe partire, ovvero l’inefficienza del trasporto urbano. Infatti, prima dei provvedimenti comunali per scoraggiare l’uso del mezzo privato, si doveva procedere alla riorganizzazione della rete del trasporto pubblico. Quella adoperata, infatti, è stata concepita nella seconda metà degli Anni ’70 e quindi ormai inattuale: alcune linee sono state solo allungate man mano che la città cresceva. Di conseguenza le criticità sono rimaste irrisolte.
La prime domande da porsi sono: come mai i bus (nuovi, “invitanti” e acquistati con fondi pubblici) utilizzati da una azienda qualificata come Miccolis sono scarsamente utilizzati dai cittadini? Se si escludono le linee scolastiche, le altre presentano un’utenza molto ridotta (rispetto ai posti disponibili, anche oltre 100 per i mezzi più grandi), come mai? Eppure, con l’aumento del costo dei carburanti, usare i mezzi pubblici dovrebbe essere un’azione conveniente e collettiva. Invece, dalla periferia (un esempio viene dalle colonne di auto in via Gravina-via Dante) si preferisce ricorrere al mezzo privato perché l’offerta del servizio pubblico è assolutamente inadeguata e poco corrispondente alle necessità e agli orari dei cittadini. Come pure, parlare della mancanza di una ”cultura del trasporto pubblico” significa non affrontare il problema, che è serio e va risolto prima ancora di emanare provvedimenti comunali che riscontrano la contestazione dei cittadini. Le principali criticità sono le seguenti: le linee sono molto lunghe (nei chilometri) e di conseguenza i tempi di percorrenza risultano improponibili. Inoltre, la maggior parte delle linee si sovrappongono, che significa “un giro” dei rioni non richiesto prima di arrivare a destinazione, con relativi discorsi sulla sostenibilità e sull’inquinamento ambientale disattesi. Attraverso alcune domande, faccio degli esempi: 1) Come è possibile che in un rione come Serra Venerdì (con poco più di 2000 residenti) ci sia il passaggio di 11 linee diverse? 2) Come si può giustificare che da Lanera (poco più di 1000 residenti) ci sia il passaggio di 5 linee con destinazione il centro-città? 3) Stessa cosa succede a piazza S.Agnese, dove passano 5 linee. Ma la cosa che dimostra l’inadeguatezza del trasporto urbano materano è confermato dal fatto che in 10-15 minuti passano (da una certa fermata) 4-5 bus, poi per i successivi 45-50 minuti più niente. Cosa che induce chi abita in periferia (o comunque deve arrivare nei pressi del centro-città) a utilizzare l’auto privata, rinunciando alle lunghe attese alle fermate con il freddo o con il caldo.
E’ innanzitutto di queste inefficienze che deve occuparsi il Comune di Matera, non certo Miccolis che è un’azienda affidabile ed effettua il servizio che gli viene richiesto. Se (mantenendo invariati il numero totale di chilometri) ci fosse il passaggio di un bus ogni 15 minuti (e con informazioni puntuali a ogni singola fermata), tanta gente utilizzerebbe il trasporto urbano. Cosa che a Matera non avviene nonostante la presenza di un’azienda che dovrebbe avere un ruolo più incisivo nella mobilità cittadina. Va detto, infine, che se l’offerta dovesse soddisfare l’utenza ci sarà un maggiore introito e quindi la possibilità di incrementare i passaggi dei bus rendendoli più ravvicinati e graditi. Credo che a Matera, attraverso le numerose isole pedonali e le zone a traffico limitato, si voglia soprattutto “imitare” le città del nord Italia e dell’Europa, per darsi un tono di città turistica. Senza però rendere realmente efficiente il trasporto pubblico che da solo può migliorare la qualità della vita e la mobilità nella città. Che (non bisogna dimenticare) con i suoi 60 mila residenti è grande quanto un quartiere di Bari.
Nicola Pavese