Principio Di Nanni (delegato RlsFiom Cgil alla Fca-Stellantis di Melfi del gruppo “Riconquistiamo tutto” della Basilicata: “Urge il voto libero e democratico dei lavoratori in FCA-Stellantis. No alle guerre ma anche no alle discriminazioni sui luoghi di lavoro”. Di seguito la nota integrale.
Mentre Fca/Stellantis di Melfi porta avanti il suo piano “per piegare i lavoratori “, anche la Fiom Regionale che dovrebbe aiutare rappresentare i lavoratori latita.
Sono ormai molti anni che l’azienda, oggi quarta potenza mondiale nel settore Automotive, impone condizioni peggiorative ai propri dipendenti senza che davvero si contrapponga efficacemente.
La lista delle “forzature costituzionali e normative” è lunga, dal mancato riconoscimento economico dei permessi elettorali ai lavoratori impegnati durante le elezioni politiche e referendarie, al mancato riconoscimento della 104 come giorno di presenza per la maturazione degli istituti e i ratei (temi ormai di contenzioso giuridico entrambi in attesa di sentenza, presso il tribunale di Potenza ma che non hanno coinvolto tutti quelli che hanno perso salario). Poi c’è la mancata consegna del DVR delle postazioni di lavoro, alla rotazione iniqua della cassa integrazione prima e durante il Covid-19 per molti lavoratori (compreso me), sino alla riduzione del personale addetto alle pulizie della Iscot dentro l’azienda(con tutti i problemi d’igiene che sono emersi)e nella Logistica a causa della scelta di Fca/Stellantisdi voler internalizzare le varie attività.
Da RLS e delegato da pochi anni in Fca/Stellantis ho sempre denunciato le cose che non andavano alla mia organizzazione sindacale.
In più anni di attività sindacale in rappresentanza dei lavoratori ho visto passare molti segretari, ho sempre cercato di coinvolgere e sensibilizzare le strutture regionali e nazionali di appartenenza su quanto stava accadendo nella nostra Azienda.
Nonostante sia passato un altro anno dalle numerose segnalazioni mie e di altri, Devo prendere atto, che, “nessun segretario Fiom è mai intervenuto concretamente per darci supporto” con azioni giuridiche e denunce agli organi competenti. Così non si riesce a tutelare davvero i lavoratori.
Così diventa sempre più complicato fare il sindacalista sui posti di lavoro quando chi dovrebbe sostenere le tue posizioni a livello superiore, divide anziché unire.
Nell’area industriale di San Nicola di Melfi da tempo non c’è confronto ed informazione tra i delegati e i lavoratori Fca e quelli delle fabbriche dell’indotto. Giuseppe Di Vittorio (padre fondatore della CGIL) a molti di questi dirigenti Regionali li avrebbe accompagnati alla porta perché da tempo calpestano il nostro Statuto.
L’uscita incentivata di tanti giovani (si dice centinaia) assunti con gli incentivi economici per i Jobs Act conferma la confusione dovute alle difficoltà lavorative che si vivono, da troppo tempo, sulle linee e che stanno peggiorando, mentre i segretari delle organizzazioni non attivano le procedure vertenziali e di tutela per salute e sicurezza e non dandoci supporto legale.
Di queste gravi mancanze è anche responsabile la Fiom Cgil.
Nonostante le numerose richieste di riportare un’ampia discussione, mettendo in primo piano gli interessi dei lavoratori, ad oggi riscontro, per l’ennesima volta, che la struttura regionale si conferma faziosa.
Per questo invito nuovamente i delegati più coscienziosi a prendere le distanze da questo modo di agire, per salvare tutti i lavoratori e la stessa Fiom.
Queste poche righe non possono certo essere esaustive, ma spero possano servire a comprendere di più ciò che avviene da troppo tempo in FCA/ Stellantis Melfi e nell’indotto che, rischia di più a livello occupazionale.
Sono convinto che ci sia ancora margine per riconquistare i diritti perduti negli anni, e che ci sia bisogno di una classe dirigente sindacale all’altezza della sfida che ci attende in un futuro assai complicato. Si riparta al più presto, è urgentissimo.
Se dobbiamo davvero festeggiare la festa della Repubblica si ricominci davvero dal voto democratico per i RLS e dai luoghi di lavoro!
In questi anni difficili causati dalla pandemia ed oggi dalla guerra c’è bisogno di trovare al più presto una soluzione per evitare il collasso ulteriore del salario dei lavoratori generato dall’inflazione in continuo aumento e dall’ncremento di tutti i beni di prima necessità.
Condivido in piena la decisione della Cgil di manifestare contro la guerra, ma chiedo di coinvolgere tutte le organizzazioni sindacali, le autorità politiche e gli imprenditori per chiedere subito la fine di questo conflitto, prima che ci ritroviamo tutti nella terza guerra mondiale.