Nonostante lo scorso inverno e la stagione primaverile, che tra qualche settimane lascerà il posto all’estate, siano state particolarmente piovose, nelle principali dighe della Basilicata ci sono al momento 436 milioni di metri cubi di acqua, quasi 30 in meno rispetto a dodici mesi. Un paradosso spiegato dal fatto che “si continua ormai da qualche anno a buttare a mare tanta acqua caduta dal cielo”. A denunciare questa situazione è la Coldiretti di Basilicata. “Da qualche giorno anche nella nostra regione il caldo arrivato con l’anticiclone subtropicale Scipione l’Africano sta facendo impennare i termometri fino a oltre i 30 gradi – spiega il direttore regionale della Coldiretti, Aldo Mattia – e purtroppo se dovesse continuare così servirà sempre più acqua per i nostri campi. Fortunatamente non ci troviamo in una situazione di emergenza, ma fa rabbia vedere negli invasi lucani meno acqua di quella che potrebbero invece contenere. Eppure – continua Mattia- dal cielo è caduta tantissima acqua che purtroppo gli invasi non sono riusciti a trattenere. E questo per disposizione dell’Ufficio nazionale dighe che ha imposto alcune restrizioni dovute a motivi di sicurezza. E’ il caso, ad esempio della diga di Monte Cotugno a Senise, dove i lavori di sistemazione dell’invaso sono partiti e si sono subito bloccati. Nel frattempo, si sono buttati a mare milioni e milioni di metri cubi di risorsa idrica. L’altro paradosso è che una volta tanto non si può gridare alla mancanza di risorse, stanziate dal precedente governo nazionale, per tutti gli invasi italiani, che necessitano di interventi, compresi quelli lucani”. Di qui l’appello della Coldiretti lucana al Commissario straordinario ad acta a sbloccare quanto prima questa situazione. “ Chiediamo un incontro urgente al Commissario per sollecitare la risoluzione del problema – conclude Mattia – soprattutto quando, una volta tanto, il problema non è dovuto alla mancanza di soldi” .