La cittadina materana Maria Dora Ferretti ha inviato una nota in cui esprime alcune riflessioni sulle scelte dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Domenico Bennardi per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Di seguito la nota integrale.
Maria Dora Ferretti : “Gli invisibili. I cittadini senza città”.
Sono una ex-materana, non per scelta, ma per imposizione. La mia città natale, da trent’anni ormai, mi ha progressivamente espulso dal suo seno ed esiliato in una periferia isolata dal centro storico dove si svolge la vita della città: acquisti, lavoro, attività culturali e ricreative. Godo del pieno esercizio dei diritti civili, ma non so come, quando e dove esercitarli.
La gentrificazione è un processo che coinvolge tutte le città, trasformate in estese periferie anonime che si sviluppano intorno centri escludenti ed esclusivi; nuclei centrali, invivibili per i coraggiosi residenti residuali, al servizio dei forestieri che alimentano il turismo di massa il quale, a sua volta, poco lascia sul territorio, ma molto nelle finanze delle multinazionali turistiche.
Il colpo finale definitivo alla mia già ridotta partecipazione alle attività cittadine è dato dalla riorganizzazione della mobilità che sembra intenzionalmente orientata alla marginalizzazione, topografica ed esistenziale, di coloro che, per l’anagrafe, risultano residenti in Matera: residenza giuridica, senza alcuna realtà fattuale. Chi, come me, si trova già in periferia è completamente tagliato fuori, in senso letterale; chi ancora abita in Centro, o ha a disposizione un’autorimessa privata, dal valore irraggiungibile dalla classe media, oppure un posto macchina con un abbonamento mensile, anch’esso oneroso. Raggiungere quei luoghi che mi hanno visto bambina e poi giovane è faticoso e incerto.
Purtroppo, il potenziamento della mobilità pubblica è assente dal dibattito politico. Propongo di chiudere al traffico privato non solo il centro storico, ma tutta la strada che attraversa la città dalla milizia alla stazione appulo-lucana alla fine di via Nazionale; un incremento del servizio pubblico, con mini-navette, che coprano tutta l’estensione della città, compresi i quartieri periferici,con corse frequenti. L’assenza delle automobili valorizzerebbe la bellezza del centro storico e la sua fruibilità, nonché sarebbero favoriti l’incontro, la socialità, la relazione comunitaria.
Problema: dove reperire i fondi per finanziare il potenziamento e l’ampliamento della mobilità pubblica? Vorrei recuperare al suo significato originario un termine che ha assunto, ingiustamente, la connotazione della bestemmia oscena e scurrile. Padoa-Schioppa disse: le tasse sono una cosa bellissima. Sono la prima forma di solidarietà; equa divisione della ricchezza prodotta da un popolo intero; nella comunità ciascuno, con il suo lavoro, sostiene di fatto il lavoro dell’altro. Che ne sarebbe dell’attività dell’imprenditore se non ci fossero, per esempio, le strade per la circolazione dei suoi prodotti e di esso stesso? Che ne sarebbe del lavoratore più umile senza un professionista che gli fornisce un servizio necessario? Nel rispetto del valore diversificato tra lavoro di alta qualificazione e quello meno qualificato, è opportuno che una quota della ricchezza prodotta da un paese sia destinata ai servizi finalizzati a migliorare la vita di tutti. “Il pubblico ruba, il privato no”. Negli ultimi anni questo slogan si è rivelato falso. Sia dietro il pubblico che dietro il privato c’è l’uomo con le sue grandezze e le sue miserie.
All’aumento delle tasse comunali, corrisponderebbe, per i cittadini materani, l’abbattimento dei costi della seconda auto (sostituita dai mezzi pubblici efficienti),delle spese di carburante dell’unico automezzo di proprietà, dei costi del parcheggio. Al risparmio si affianca il guadagno: meno stress nella speranza chimerica di trovare un parcheggio libero, meno alterchi per eventuali piccoli scontri sfiorati oaccaduti, partecipazione alle attività culturali della città con conseguente crescita sociale, civile, culturale della comunità, incremento delle relazioni sociali, miglioramento della qualità della vita di tutti, aumento della felicità collettiva.
Diminuzione del famigerato PIL (prodotto interno lordo)? È tutto da dimostrare. È certo invece l’aumento del FIL (felicità interna lorda).
Certo, un cittadino felice, inserito in un contesto relazionale che fa della sfera pubblica il luogo vivace di una politica che prende forma nell’agorà, prima che sia raccolta dalle istituzioni, è meno malleabile, meno rassegnato, più reattivo e propositivo.
Nel 2017 il Laboratorio Progettuale Fenomenologia dell’architettura dell’UNIBAS ha prodotto due master plan per la pedonalizzazione dalla milizia alla fabbrica del carro. Una pedonalizzazione che consentirebbe anche la valorizzazione economica (incremento dell’artigianato e del piccolo commercio) e ambientale.
I progetti marciscono nei cassetti, la frustrazione indurisce i cuori dei legittimi cittadini, le città cadono preda di orde di altri legittimi cittadini di un altrove indeterminato che si sentono a proprio agio dappertutto, ma non a casa propria.