Una nuova tappa è andata in porto del viaggio di esplorazione nel mondo delle scienza e della conoscenza libera di “Supernove”, lo spettacolo divulgativo multimediale della compagnia Gommalacca Teatro di Potenza. Nell’ambito del festival urbano multimediale InVisible Cities, incentrato sul dialogo tra arti performative, linguaggi digitali e spazi urbani, lo scorso 27 maggio la compagnia ha presentato la sua ultima produzione nella città di Trieste, in un contesto inusuale come quello dell’aula di scienze del locale Liceo “Francesco Petrarca”.
“Supernove” nasce come uno spettacolo in continua espansione, basato sul concetto di co-creazione dal basso. Per questo motivo, la performance in una città particolarmente evocativa come Trieste, per il suo profondo legame con Margherita Hack, è stata preceduta da un lungo lavoro di ricerca, svolto all’interno di un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) con le studentesse e gli studenti di una classe del Liceo Petrarca di Trieste, che ha visto l’utilizzo di strumenti teatrali insieme a metodologie derivate dalle scienze sociali.
Settimane di incontri in remoto, prima, e laboratori di co-creazione in presenza, poi, hanno permesso di ampliare la ricerca di “Supernove” e di raccogliere nuove storie e visioni, coinvolgendo ragazze e ragazzi in una narrazione collettiva attraverso smartphone, tablet e applicazioni. È nata, così, un’installazione multimediale denominata “Le ricerche che mi hanno cambiato la vita”, fatta di storie audio e video che raccontano il mondo della scuola e della divulgazione scientifica a partire da ricordi di vita quotidiana degli studenti.
«Abbiamo provato a “riveder le stelle” in un tempo in cui le stelle sono state messe in disparte. – spiega Andrea Ciommiento, che cura la drammaturgia multimediale e la direzione creativa di “Supernove” – Siamo partiti da noi: la prima volta che abbiamo visto una stella, un ricordo scolastico sulla scienza, una ricerca che ci ha cambiato la vita. Abbiamo creato piccole storie multimediali con i nostri smartphone, storie fatte di audio e video. In altre parole abbiamo seguito il consiglio di uno scienziato: “non smettere di fare domande”.”
Carlotta Vitale, ideatrice e curatrice di “Supernove”, racconta l’esperienza triestina: “La ricerca sulle Supernove – come chiamiamo le donne che si occupano di scienza, di letteratura e di divulgazione dei diritti all’istruzione e alla diffusione del sapere libero – si è ampliata grazie al lavoro di indagine della classe coinvolta, dando vita a una nuova sezione all’interno dello spettacolo, interamente curata nella scrittura e ricerca video da tutti giovani i partecipanti. Nel costruire il progetto abbiamo raccolto, attraverso promemoria lasciati sul cellulare, i primi ricordi legati all’inizio della vita da liceali.”
“È stato molto emozionante – prosegue l’attrice e direttrice artistica di Gommalacca Teatro – andare in scena nell’aula scienze dello storico Liceo Petrarca, come in un set scientifico, e incontrare il pubblico che ha partecipato e vissuto lo spettacolo in una forma del tutto nuova. Siamo orgogliosi di aver lavorato a un format innovativo di spettacolo dal vivo in cui arte, umanità, divulgazione e scienza si sono fuse tra loro, per costruire narrazione e ricerca insieme alle nuove generazioni.”