Trovare soluzioni concrete che, al di là dei proclami, realizzino un programma straordinario che risponda alla tenuta occupazionale e al rilancio di tutta l’area industriale di Melfi. È quanto chiede la Fiom Cgil alla Regione Basilicata in vista del tavolo dell’automotive regionale che si riunirà giorno l’8 giugno così come richiesto dal sindacato.
“Oggi ancor di più – afferma Giorgia Calamita, della Fiom Cgil Basilicata – c’ è la necessità di avere risposte in tempi rapidi, in vista della transizione elettrica per lo stabilimento Stellantis di Melfi, con l’accordo sindacale di giugno 2021 che prevede 4 nuovi modelli e garanzia occupazionale per tutto il sito industriale. A oggi tutte le aziende della componentistica sono in attesa di acquisire le nuove commesse superando la logica della competizione sulla riduzione dei costi, che impatta negativamente sulla condizione salariale e di lavoro e non risponde alle nuove sfide del settore.
Affrontare il tema della transizione dell’automotive nell’area industriale di Melfi – continua Calamita – è fondamentale per superare il grande rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell’economia italiana e della nostra regione che coinvolge la stragrande maggioranza del tessuto sociale della Basilicata. Occorre investire sulla formazione continua per la riconversione e lo sviluppo dei profili professionali dell’automotive: è sulle competenze che si dovrà sviluppare la competizione, caratteristica distintiva della filiera della componentistica, che da sempre ha provveduto a garantire le forniture del cliente, con qualità e puntualità. Occorre investire per consentire la diversificazione di prodotto e di processo, destinando fondi per infrastrutture in tutta l’area industriale, a partire dalle strade, dalle linee ferroviarie, dai servizi. È urgente rivendicare, nel rapporto con il governo nazionale, la programmazione degli incentivi per un piano industriale del settore che metta a disposizione strumenti per la salvaguardia dell’occupazione, per accompagnare l’innovazione attraverso ammortizzatori sociali straordinari e strumenti innovativi che possano rilanciare una vera politica industriale nel settore dell’automotive.
Sono 12 anni – conclude Calamita – che i lavoratori pagano con gli ammortizzatori sociali l’inconsistenza degli investimenti per la transizione industriale ed ecologica: il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita in una continua frammentazione e precarizzazione del lavoro, le riorganizzazioni delle multinazionali in appalti e subappalti e le delocalizzazioni di intere produzioni all’estero, stanno producendo un impoverimento dei lavoratori e del sistema industriale nel nostro paese che dovrà essere superato intervenendo nell’immediato con investimenti per un piano sulla transizione industriale e l’innovazione che salvaguardi l’occupazione e garantisca a tutti l’accesso alla mobilità sostenibile”.