Giovedì 9 giugno alle 10:30, presso la Sala A del Palazzo del Consiglio regionale della Basilicata a Potenza i partiti regionali di Centro democratico, Italia al centro, Italia Viva, Psi e Grande Lucania organizzano una conferenza stampa per sensibilizzare opinione e pubblica e cittadini sull’importanza di votare SI’ all’appuntamento referendario di domenica 12 giugno. L’obiettivo dichiarato è quello di ‘cambiare la giustizia’ è renderla più giusta per i cittadini. All’incontro saranno presenti i dirigenti dei 5 partiti che hanno aderito al Referendum sostenendo cinque SI’ agli altrettanti quesiti.
In sintesi questi i temi:
1) Abolizione del decreto Severino: la decadenza automatica di sindaci e amministratori locali condannati ha creato vuoti di potere e la sospensione temporanea dai pubblici uffici di innocenti poi reintegrati al loro posto. Il referendum elimina l’automatismo e restituisce ai giudici la facoltà di decidere se applicare o meno l’interdizione dai pubblici uffici;
2) Limiti agli abusi della custodia cautelare: ogni anno migliaia di innocenti vengono privati della libertà senza che abbiano commesso alcun reato e prima di una sentenza anche non definitiva. Eliminando la possibilità di procedere con la custodia cautelare per il rischio “reiterazione del medesimo reato” faremo in modo che finiscano in carcere prima di poter avere un processo soltanto gli accusati di reati gravi;
3) Separazione della carriera dei magistrati: ci sono magistrati che lavorano anni per costruire castelli accusatori in qualità di Pm e poi, d’un tratto, diventano giudici. Con un sì chiediamo la separazione delle carriere per garantire a tutti un giudice che sia veramente “terzo” e trasparenza nei ruoli. Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Basta con le “porte girevoli”, basta con i conflitti di interesse che spesso hanno dato luogo a vere e proprie persecuzioni contro cittadini innocenti;
4) Equa valutazione dei magistrati: la valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati è operata dal Csm che decide sulla base di valutazioni fatte anche dai Consigli giudiziari, organismi territoriali nei quali, però, decidono solo i componenti appartenenti alla magistratura. Questa sovrapposizione tra ‘controllore’ e ‘controllato’ rende poco attendibili le valutazioni e favorisce la logica corporativa. Col referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura nei Consigli giudiziari la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione;
5) Riforma del Csm: il Consiglio superiore della magistratura (Csm) è l’organo di autogoverno dei magistrati e ne regola la carriera. Per due terzi è composto da magistrati eletti. Oggi su capacità e competenza prevale il sostegno delle correnti: con il sì al referendum, se ne elimina il peso nella selezione delle candidature, colpendo il “correntismo” e il condizionamento della politica sulla giustizia.