SI è svolto presso il San Barbato di Lavello un convegno sulla figura di Emilio Colombo promosso dal Centro Studi Leone XIII e dal Centro Studi Internazionali Emilio Colombo. Un convegno fortemente voluto dal presidente della Banca di Credito Cooperativo di Lavello, Michele Abbattista, per presentare proprio a Lavello una prestigiosa pubblicazione, “Emilio Colombo l’ultimo dei costituenti”, Editori Laterza, Bari-Roma 2016, curata dagli storici Donato Verrastro ed Elena Vigilante. E con i due curatori sono intervenuti come relatori Lillino Lamorte e Peppino Molinari, già parlamentari Dc, che hanno conosciuto da vicino il presidente Colombo e con lui collaborato nella Dc, nella regione e nel paese nel corso della migliore stagione democristiana poi bruscamente interrotta nel 1994.
Molti esponenti politici del territorio sono accorsi, tra questi l’arch. Donatella Merra, assessore regionale, molto applaudita nel corso del suo intervento.
Attorno a un nome, Emilio Colombo, si sono riunite 200 persone, in un fine settimana caldissimo quando si ha tanta voglia di evadere e andar fuori. Solo capacità organizzative e autorevolezza di promotori ed organizzatori, Michele Abbattista, Donato Masiello e Pasquale Tucciariello, e dei relatori, hanno potuto determinare il successo dell’iniziativa? Non solo questo. C’era respiro democristiano, voglia di un’idea politica nuova sul solco di radici che furono della Dc e dei Popolari. Sappiamo che c’è solo un dato che ostacola pesantemente la riunificazione dei gruppi politici e culturali in un sol partito: l’arroganza di ritenere che ciascun gruppo, e leader, da solo possa annettere tutti gli altri e venirne riconosciuto, una pretesa che rende impossibile tale riunificazione. E come hanno sapientemente chiarito gli onorevoli Lamorte e Molinari, quella stagione dc non è riproponibile pari pari, ma qualcosa di diverso e di simile è possibile anche perché è auspicato da molti.
Il libro, l’opera che parla interamente su Emilio Colombo e il suo tempo, rappresenta un eccezionale documento storico, sia per quanto attiene ai tre saggi in esso contenuti (D’andrea, Verrastro e Vigilante), sia per la capacità di racconto dello stesso narratore, Emilio Colombo, che si racconta come si fa correntemente in una conversazione salottiera, o al bar davanti a una bibita, o al fresco nei giardini pubblici. E lentamente prende forma e si snoda accattivante la vicenda umana e politica di uno dei più grandi personaggi della Basilicata di tutti i tempi. Quel volume va letto e va tenuto nella propria biblioteca tra i libri di pregio per essere continuamente consultato e trarne spunti di tipo umano e spirituale. Lì ci sono le ragioni che hanno fatto grande l’Italia per le elevate capacità di comprensione del mondo e di risposta ai problemi di volta in volta emergenti. Il racconto di Emilio Colombo, ricco di note storiche che accertano le verità dei fatti, confermano il valore del documento nel suo complesso. Anche per queste ragioni Lillino Lamorte e Peppino Molinari hanno potuto brillantemente argomentare intorno ad alcuni episodi particolarmente significativi, loro, che hanno avuto la fortuna e il privilegio come pochi di restare a strettissimo contatto col presidente Colombo, venirne formati e da lui avviati all’impegno politico come servizio.
Il presidente della Banca Credito Cooperativo di Lavello, Abbattista, con gli esponenti del Centro Studi Leone XIII, primo fra tutti Masiello, hanno potuto realizzare un evento di successo per sostanza culturale e per pubblico qualificato. E questo accade quando la politica e chi la fa si rendono autorevoli.