È ripartita l’attività nelle sale operatorie dell’Irccs Crob. La direzione strategica è riuscita a ripristinare le attività chirurgiche e, già nella giornata di oggi, sono quattro i pazienti oncologici che sono stati sottoposti ad intervento in tutta sicurezza. Il ripristino dell’attività delle sale operatorie è stato reso possibile anche grazie al rientro dalle ferie di due dirigenti medici anestesisti. I pazienti presenti nella nota operatoria di oggi sono stati sottoposti ad interventi di resezione del retto per via laparoscopica dall’equipe della Unità Operativa Complessa di chirurgia addominale e mininvasiva, e di due lobectomie polmonari e una toracectomia eseguite dall’equipe della Unità Operativa Complessa di chirurgia toracica. I tempi di intervento, come da prassi, sono stati rispettati, visto l’alto profilo standard ottenuto dai professionisti dell’Istituto in anni di esperienza. Tutti gli interventi che erano in programma nelle giornate di lunedì e martedì saranno eseguiti a breve tempo nel rispetto delle tempistiche e dei protocolli previsti dalle linee guida nazionali. Per l’immediato futuro, anche grazie al contributo fondamentale della Regione Basilicata, è ormai in fase di definizione una proposta di convenzione con l’Aor San Carlo di Potenza, pensata quale strumento deputato ad affrontare le emergenze di qualsiasi natura. Per fronteggiare l’emergenza in atto l’Istituto ha anche bandito un avviso pubblico per titoli e colloquio, per il conferimento, a tempo determinato di incarichi di dirigente medico della disciplina di anestesia e rianimazione ed è in corso una procedura di mobilità per l’assunzione a tempo indeterminato. Infine, nel mese di settembre l’Aor San Carlo bandirà un concorso unico regionale per l’assunzione di anestesisti a tempo indeterminato.
L’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, sta seguendo attentamente tutte le fasi della problematica che investe la sanità lucana per motivi non di programmazione regionale o delle singole aziende, ma a causa del numero chiuso nelle facoltà di medicina che non riescono, al momento, a garantire un numero di specialisti adeguati al fabbisogno nazionale, così come anche le scuole di specializzazione.