Nelle cantine della Basilicata sono oltre 177 mila gli ettolitri di vini DOP, IGP e varietali fermi, proprio quando a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina sono aumentati del 35% i costi per produrre il vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. Lo fa sapere la Coldiretti di Basilicata, sulla base dell’analisi del rapporto Cantina Italia dell’ICQRF al 30 aprile 2022. In pratica ci sono dodici mila ettolitri di vino in più in giacenza nelle cantine della regione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Anche in Basilicata le aziende vitivinicole – evidenzia il presidente della Coldiretti lucana, Antonio Pessolani – si sono trovate a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori con le bottiglie di vetro il cui prezzo è aumento di più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre quello dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. Per via degli aumenti spropositati del costo del carburante, rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua Pessolani – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi”. Fortunatamente gli aumenti fino ad oggi non si sono riversati sui consumatori. “E’ un aspetto non di poco conto – conclude Pessolani – il fatto che l’incremento dei costi è stato scaricato sulle spalle dei viticoltori, come dimostra il fatto che il prezzo di vendita del vino, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, è aumentato al dettaglio di appena il 2,5% a maggio 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre gli alimentari sono aumentati in media del 7,1%”. “L’auspicio è – aggiunge il direttore della Coldiretti di Basilicata, Aldo Mattia – che sia a livello centrale che a livello regionale, si utilizzi il Pnrr, per contenere il caro energia ed i costi di produzione e tutelare così il patrimonio enologico regionale che rappresenta un elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare della Basilicata”.