Consigliere regionale Perrino (M5s): “L’anarchia in ASM è lo specchio di quanto si verifica all’interno della maggioranza di centrodestra a capo della regione”. Di seguito la nota integrale.
È difficile razionalizzare quanto sta accadendo negli ultimi giorni all’interno dell’ ASM. Le dichiarazioni di denuncia della DG sono di una gravità inaudita tanto quanto il silenzio dei vertici regionali a partire dall’assessore al ramo. Siamo passati da un assessore come Rocco Leone che ci aveva abituato alle sue boutades ad un altro, Francesco Fanelli, che predilige i selfie e gli sterili annunci. Nel frattempo, negli ospedali lucani è completa anarchia e gli unici a pagare sulla loro pelle sono, come al solito, i cittadini.
Oltre alla gravità del clima degli episodi intimidatori denunciati da Pulvirenti è doveroso stigmatizzare l’assoluta inadeguatezza della rete informatica di cui l’ASM si avvale. Ci si riempie la bocca con la programmazione prevista coi fondi PNRR, ma qui si assiste al completo disfacimento di un sistema che risulta essere di fatto obsoleto.
Sarebbe opportuno da parte dell’Assessore o di chi di dovere fare un punto sulla catena di responsabilità che ha portato al verificarsi di queste problematicità che, ricordiamo, si trascinano da mesi. Ci sarà qualche dirigente preposto alla gestione di uno strumento fondamentale come quello della rete informatica che interessa svariate migliaia di cittadini? Per cercare di fare chiarezza, abbiamo presentato un’interrogazione che, ci auguriamo, possa trovare risposte al più presto.
La stessa Pulvirenti si faccia portavoce di un’operazione verità sul cattivo funzionamento del CUP e vedrà che i cittadini saranno ben felici di questa azione di trasparenza.
Come si può ben vedere la situazione di anarchia che regna all’interno della compagine di maggioranza regionale si riversa inevitabilmente sugli enti subordinati alla regione stessa. Il Consiglio Regionale e le Commissioni sono ostaggio delle lotte di cortile di consiglieri regionali che hanno scambiato le istituzioni per dei veri e propri pied a terre nei quali sfogare le loro frustrazioni più recondite. Di questo passo è davvero difficile intravedere uno spiraglio di futuro per l’intero territorio regionale in un’epoca nella quale chi rimane indietro è perduto definitivamente.