Nuova gestione parcheggi a pagamento a Matera, Giovanni Caserta: “La folle moltiplicazione delle strisce blu, verso la morte del centro storico. Di seguito la nota integrale.
Abbiamo aspettato ad intervenire sulla nuova sistemazione dei parcheggi a Matera. Abbiamo aspettato almeno per tre ragioni. La prima è che, anche a segnalare disfunzioni, eccessi ed abusi, non serve a niente, come non è servito a niente aver segnalato l’iniquo sistema di raccolta dei rifiuti, che ha scaricato il massimo delle incombenze e delle responsabilità sugli utenti, ignorando vecchiaia, disabilità e disponibilità economica degli stessi, su cui cade, fra l’altro, anche la pulizia dei mastelli individuali e dei contenitori condominiali. Con aumento di spesa. A Matera la raccolta dei rifiuti, di fatto,stando a notizie di cronaca, costa tre volte la raccolta a Potenza.
Una seconda ragione è che le nostre amministrazioni comunali, tutte, decidono dì autorità, mettendoti di fronte al fatto compiuto. O questo, o questo.
La terza ragione è che aspettavamo lo svolgersi degli eventi. Avevano preannunziato che una squadra di operai e tecnici, esauriti gli spazi pubblici, avrebbe presto invaso i cortili privati, realizzando anche lì stalli pubblici,ad orario ed a pagamento. Per fortuna, quest’ultima evenienza è stata, almeno per il momento, scongiurata. Quello chesi nota è che non si decide mai con i cittadini, ma contro i cittadini, solo a vantaggio delle casse comunali e delle ditte appaltatrici. Mai il contrario. È aumentato il costo orario della sosta; è stato eliminato il tempo di franchigia nella pausa pranzo;è stata eliminatala franchigia domenicale e giorni festivi; la sosta a pagamento comincia alle 8 e non alle 8,30. La mattina,perciò, dalle 8 alle 8,30,si potranno fare multe a iosa. Una festa per i sensori!
Giovedì. 9, u.s.,a sera, siamo stati giù nei Sassi, per assistere alla rappresentazione di una commedia pirandelliana, allestita dal dinamico, ma anche arrabbiato Antonio Montemurro, che, in una città capitale europea della cultura, non trova un teatro. Se ne è creato uno a casa sua, con non più di quaranta posti. Lo sorregge solo l’amore per la scena.
In attesa della apertura del sipario, tutti si era col pensiero alla macchina lasciata fuori degli stalli, in posizione dubbia, lontana dal Centro. Tutti avevano calcolato che le probabilità di multa per una macchina fuori posto sono molto più basse che a lasciare la macchina negli stalli, vista la presenza di sensori che, insensibili, come microspie, allo scadere dell’ora farebbero immediatamente scattare la multa. Né d’altra parte, per uno che va a teatro, che va alle poste, che va per una visita medica, che va per comperare un libro o un vestito, è possibile misurare il tempo. Si paga sempre più del tempo di sosta. Insomma, ora, si ha paura ad avventurarsi verso il Centro.
Tutto quanto sta succedendo, purtroppo, ha una ragione nella illusoria e vanesia programmazione che della città si è fatta, quando, quindici anni fa, si puntò alla proclamazione di Matera capitale europea della cultura, costata, fino all’anno 2019, ben 126 milioni di euro. Non c’è un errore. È esattamente la cifra spesa. Fatela prova, ora, a chiedervi che cosa è rimasto di stabile, di nuovo, in termini di manufatti e opere durature, che possano attirare i turisti. Il solo richiamo dei Sassi, nel tempo, è destinato a ridimensionarsi. Con i Sassi non si va al di là di una contemplazione da questo o quel belvedere;percorrerli ed esplorarli non è da tutti.
La città è stata programmata tutta turisticamente, su fatti e movimenti di turisti del 2019, creando, su loro misura, opere e strutture che ora appaiono troppo ambiziosi, se non desolanti. Si pensi alla nuova stazione Fal, ad un solo binario. Lasciando stare i giorni di festa, quando gli stessi treni (?!) fanno festa (scandalo che solo una città come Matera può sopportare), negli altri giorni, mattina e sera, non un viaggiatore vi abbiamo visto. È una stazione, peraltro, cui è stato reso difficilissimo l’accesso. Di vero c’è solo c’è che le Fal conservano la proprietà della vecchia stazione storica, più bella della nuova, di stile, che,restaurata, dicono destinata a servizi di accoglienza e ristorazione.
Analogo discorso si può fare per via Don Minzoni-Ascanio Persio. Chi ha creato questo ambizioso boulevard ha immaginato fiumane di turisti che continueranno a scorrere in continuazione. Astratta valutazione. E si vede. Per ora si è solo ottenuto il risultato di tenere lontani i materani dal loro Centro. Nella fantasia del programmatore, purtroppo sempre estraneo alla città,a pagare saranno i turisti. I prezzi, però, sono puntualmente estesi ai residenti. Matera, oggi, è città cara per tutti. Come si fa, del resto, a distinguere un turista da un residente? Qualcuno lo propone persino per i parcheggi!
La logica che regge tutto questo è che, una città che si fregia del titolo di capitale europea della cultura, deve avere tutto difficile e costoso, dall’immondizia al parcheggio, dal caffè alla brioche, fino al pane e alla pasta. È questione di prestigio. Al posto dei commercianti, albergatori, ristoratori, operatori in genere, posti al Centro, cominceremmo a preoccuparci seriamente. Puntare sul turismo e sulla immagine, ha fatto trascurare che una Ferrosud, con 8oo addetti, si chiudeva; ha fatto ignorare che il pastifico Padula veniva abbandonato, consentendo ad una squadra russa di arrivare di notte e portarsi via i macchinari, che continuano altrove la loro attività. Si è accettato tranquillamente che, a La Martella, ci sia un mulino-pastificio nuovo, tecnologicamente all’avanguardia, mai entrato in funzione.
Si metta ora nel conto che la pandemia non è cessata; che la guerra in Ucraina, purtroppo sostenuta dall’Italia, ha tirato su i prezzi della benzina, del metano, del grano e del mais. In questo contesto, quanti desidereranno una vacanza nel profondo Sud, in una città senza ferrovia, senza aeroporto, con strade pericolose, più cara delle altre? Mi preoccupo del futuro improduttivo della città, programmata come una cartolina, tutta “species”, cioè tutta apparenza. Ora arriva anche la moltiplicazione dei parcheggi a pagamento, con sensori, che fanno del cittadino un sorvegliato speciale. Quasi una offesa. Per fortuna i nostri figli li abbiamo mandati fuori, dove hanno trovato lavoro e buona accoglienza.