Accordo Regione Basilicata, Eni e Shell e gas gratis:, Summa (Cgil Basilicata): “Sia improntato sul principio costituzionale della progressività fiscale. Diversamente, sarebbe una misura socialmente ingiusta e amplificherebbe le disuguaglianze sociali, oltre a dare risorse economiche pubbliche a chi non ne ha bisogno”. Di seguito la nota integrale.
“Come Cgil non possiamo non ritenere una importante opportunità di sviluppo l’accordo definito fra Regione Basilicata e compagnie petrolifere, finalizzato alla messa a disposizione di 160 milioni di metri cubi annui di gas naturale ed agli investimenti in compensazioni ambientali e sviluppo locale e in sostegno alle imprese (190 milioni)”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Si tratta – prosegue – di un passo in avanti rispetto allo storico gap che affligge i rapporti fra Regione e compagnie estrattive (si pensi, a titolo di esempio, che in alcuni Paesi europei a bassa estrazione, simili al nostro, le compagnie pagano royalties fino al 50% del valore dell’estratto). Le risorse a disposizione dovrebbero, però, essere una occasione per ridurre i differenziali di sviluppo con il resto del Paese e le sperequazioni sociali interne alla regione, che da anni si stanno ampliando, come del resto denunciamo nei nostri rapporti economici. Proprio perché si tratta di un’importante occasione di sviluppo è assolutamente indispensabile utilizzarla nel modo più appropriato per ridurre le disuguaglianze sociali che, in particolare nella nostra regione, negli ultimi anni hanno assunto sempre maggiore importanza in termini di divario, oltre che per sostenere settori produttivi in crisi e salvaguardare posti di lavoro.
Gli effetti della crisi economica e sociale – evidenzia Summa – sono profondi: hanno invertito anni di convergenza del tenore di vita e messo a dura prova i sistemi di protezione sociale. Le disparità di reddito e di ricchezza si sono così acuite tanto da suscitare preoccupazioni in termini sia di sostenibilità della crescita che di coesione sociale. Inoltre, l’aumento esponenziale del prezzo del carburante e delle bollette energetiche sta causando anche riflessi negativi sui prezzi delle materie prime, sui costi dei trasporti e della logistica, che sta generando effetti inflattivi che si ripercuotono gravemente anche sulla ripresa di interi settori produttivi, dall’indotto dell’automotive a quello dell’agroalimentare, dell’edilizia e del manufatturiero in generale.
Per questo – precisa il segretario della Cgil lucana – non sono condivisibili, ove veritieri, gli annunci che arrivano dalla giunta Bardi, che evidenziano che il calcolo del bonus sulla bolletta sarà basato sui dati storici di consumo, ma soprattutto riguarderebbe, indistintamente, tutte le fasce di reddito; in tal caso le fasce più alte sarebbero proprio quelle maggiormente avvantaggiate perché riceverebbero un beneficio più cospicuo a seguito dei maggiori consumi di energia prodotti dal proprio tenore di agiatezza economica.
Gas gratis distribuito a tutti in egual misura senza tener conto della distribuzione di ricchezza e di reddito. Un criterio, che se confermato – tuona Summa – sarebbe socialmente regressivo e inciderebbe notevolmente sulle disparità di ricchezza e opportunità dei cittadini.
Per questo chiediamo che il bonus sulle bollette del gas sia distribuito avendo a riferimento gli scaglioni di reddito, con criterio progressivo, dove a beneficiarne siano innanzitutto i redditi medio bassi: pensionati e famiglie in difficoltà, che non riescono ad arrivare a fine mese. Una distribuzione a pioggia, così come immaginata, finirebbe solo per privilegiare chi non ne ha bisogno. La criticità è che la misura indistinta di dare il gas gratis a tutti rischia di diventare uno strumento di ricatto, di dipendenza dei bisogni sociali e della tenuta della economia regionale dalle estrazioni petrolifere”.
Per Summa “il tema va analizzato e approfondito nella sua complessità. È necessario, in questo momento, delimitare il perimetro di distribuzione del gas gratis che deve ricomprendere, senza dubbio, le famiglie che hanno un reddito medio basso e tutti i soggetti svantaggiati. Le altre risorse derivanti dalle compensazioni ambientali andrebbero vincolate a politiche di sviluppo energetico per costruire la filiera produttiva delle energie alternative, diversamente si sta condannando la nostra regione alla dipendenza del fossile senza futuro. E con tutte le conseguenze legate ai possibili danni ambientali, atteso, tra l’ altro, che ormai nella nostra regione il tema dei controlli ambientali sembrerebbe essere stato relegato a una mera attività marginale e la mancata nomina del direttore generale dell’Arpab ne è una evidente prova.
Nell’accordo appena sottoscritto – aggiunge Summa – non è riportato alcun richiamo esplicito alla cessione del gas gratis ai residenti lucani. Infatti, come è stato evidenziato, per rendere attuativa la misura occorre l’emanazione di una specifica legge regionale che regolamenti la materia. Legge a cui dovranno essere poi associati una serie di regolamenti attuativi per affrontare i diversi passaggi, tra cui quello legato alla collaborazione con l’ Acquirente unico SpA, la società pubblica che garantisce la fornitura di energia elettrica alle famiglie ed alle piccole imprese del mercato tutelato.
Su questo fronte va avviato un ragionamento, va aperto un confronto, anche perché siamo ancora alla fase degli annunci e c’è ancora tempo per poter valutare le scelte più opportune e condivise”.
In sintesi la proposta della Cgil Basilicata è di “dare il gas gratis a chi ne ha bisogno e di destinare le risorse finanziarie recuperate dalla vendita del gas non distribuito – conclude Summa – per la realizzazione di investimenti infrastrutturali, materiali e immateriali sul nostro territorio, per migliorare i servizi del welfare, per sostenere e riconvertire settori produttivi e competenze a oggi in forte trasformazione e in crisi, per investire sulle comunità energetiche e sulle nuove fonti di energia alternativa. Investimenti questi, per rendere efficienti i servizi sul nostro territorio, che troverebbero la condivisione anche delle fasce di reddito più alte”.