Anche in Basilicata è stato finalmente raggiunto l’accordo volto a definire i criteri per l’assunzione dei precari della sanità, creando uniformità in tutte le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale.
L’arrivo della pandemia ha innestato nel servizio sanitario pubblico nuove risorse professionali (38.924 unità di personale precario nel 2020 pari al +18.8 rispetto al 2019) facendo esplodere nel sistema pubblico con cronica carenza di personale la piaga del precariato. L’accordo, che sarà sottoscritto nei prossimi giorni, è stato oggetto di confronto in una riunione tenutasi stamane presso l’assessorato alla sanità e prevede l’assunzione a tempo indeterminato del personale che ha prestato servizio durante l’emergenza covid e che abbia i requisiti previsti dal comma 268 della legge di stabilita 2022.
Proprio questa era stata una delle richieste lanciate sabato scorso dal palco di piazza del Popolo a Roma nell’ambito della manifestazione della CGIL “Camminiamo insieme per il lavoro, per la pace, per la giustizia sociale e per la democrazia”, nell’intervento di una delegata di Potenza, Carmen Lorusso, infermiera precaria lucana in servizio presso l’Asp. Nelle sue parole, accompagnate dagli scroscianti applausi che la gremita piazza ha voluto tributare, per il suo tramite, a tutti gli operatori sanitari, il disagio di tutti quegli operatori che hanno dato il loro contributo in piena pandemia al nostro sistema sanitario e che sono ancora in attesa di trovare una collocazione definitiva. Un paradosso che fa il paio con una perdurante carenza di personale e con la permanenza dei tetti di spesa. “Se nella tarda serata di mercoledì scorso – ha affermato dal palco la giovane infermiera Lorusso – è stata firmata la preintesa di un contratto innovativo per i professionisti della sanità pubblica, che vedranno riconosciuti salario, con incrementi contrattuali e relativi arretrati, diritti e tutele, attraverso un nuovo sistema di classificazione del personale più adatto a rispondere alla complessità delle nostre organizzazioni sanitarie e un nuovo sistema degli incarichi per tutti i lavoratori, il nuovo strumento sottoscritto non può rispondere a tutte le criticità. A fronte di questo risultato, infatti, rimangono diverse criticità, prima fra tutte la grave carenza di personale. Le grandi risorse del PNRR sono destinate alle strutture e all’ innovazione tecnologica e non al personale: se già oggi abbiamo Ospedali e Aziende sanitarie in sofferenza per carenza di personale medico e del comparto, il rischio che le strutture programmate con il PNRR restino contenitori vuoti è dietro l’angolo, mentre si apre la strada ad un’intensificazione della privatizzazione e dell’esternalizzazione dei servizi”.
Non possiamo, pertanto, che accogliere con soddisfazione la proposta di definizione dei criteri di priorità per l’assunzione a tempo indeterminato che interessa, secondo le stime regionali, circa 300 lavoratori, e che troverebbe la piena capienza nelle risorse disponibili. Peraltro, poiché l’accordo specifica che per il personale non attualmente in possesso dei requisiti di cui al comma 268 si procederà con l’attivazione delle procedure ai sensi della legge Madia, il cui termine, in sede di conversione al Senato del DL Pnrr 2 è stato prorogato al 31 dicembre 2024, abbiamo chiesto di inserire nel corpo dell’accordo la proroga, almeno al 31 dicembre 2022, di tutti i contratti a tempo determinato in essere. Un’occasione storica, che non possiamo non utilizzare al meglio in tutte le sue possibili articolazioni, al fine di rimodellare un servizio sanitario rispondente ai bisogni di salute che continui realmente a connotarsi come pubblico, universale e gratuito, capace di rimettere al centro la prevenzione e la cura e non la malattia come profitto.