La Regione Basilicata ha avviato un’interlocuzione con Anpal Servizi – società in house del ministero del Lavoro – per studiare l’ipotesi di candidare il polo industriale di San Nicola di Melfi ad area di crisi complessa, soluzione che consentirebbe l’accesso a diverse agevolazioni e di accompagnare il processo di transizione verso la produzione full electric. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Galella collegato in videoconferenza con l’attivo della Fim Cisl a Matera. Soluzione che il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista considera “uno degli strumenti da mettere in campo per governare la transizione e per tradurre in opportunità ciò che in questo momento si presenta come un rischio. Oggi si decide il futuro di tutta l’industria italiana – ha avvertito Evangelista – per questo vogliamo portare dentro gli astratti ragionamenti sulla transizione ecologica la vita reale delle persone e delle fabbriche attraverso un piano concreto di interventi e di investimenti con l’obiettivo di dare sicurezza ad un settore importante e strategico per il paese”.
L’appello unanime che parte da Matera in direzione Lingotto è quello di fare chiarezza sui volumi produttivi, sulle commesse alle aziende dell’indotto e sui livelli occupazionali nel polo automobilistico di Melfi in vista della transizione verso l’era full electric dal 2024. Tra i lavoratori la preoccupazione è palpabile – come ha evidenziato il tenore degli interventi dei delegati sindacali – per quella che si presenta come una doppia crisi: una di prospettiva, che riguarda in particolare le ricadute della transizione elettrica sugli indotti, e una di offerta dato che a causa della crisi dei semiconduttori lo stabilimento lucano lavora da tempo col motore al minimo, con un conseguente esubero di 1.300 lavoratori e il ricorso al contratto di solidarietà a rotazione. Ora si guarda alla prossima riunione del tavolo nazionale di settore, già convocato dal ministro Giorgetti per giovedì 23 giugno alle 11, per cercare di diradare la nebbia di incertezza che avvolge l’intera filiera automotive italiana, nebbia che il recente e discusso voto dell’Europarlamento sullo stop alle auto diesel e benzina dal 2035 ha reso ancora più fitta.
“Il settore è in forte trasformazione e gli scenari sono complessi”, ha detto a margine dell’incontro il segretario nazionale Ferdinando Uliano che ha pure sottolineato come la situazione della Basilicata sia molto delicata “perché siamo alla vigilia di investimenti significativi per ciò che riguarda lo stabilimento Stellantis di Melfi, però è chiaro che il tema che stiamo ponendo è quanto l’indotto beneficerà delle nuove produzioni che Stellantis si appresta a lanciare. Bisogna quindi chiamare alla responsabilità il gruppo Stellantis rispetto alle scelte e agli investimenti che farà sull’indotto e non solo sullo stabilimento di Melfi”. Sulla necessità che le commesse restino sul territorio ha insistito anche il sindaco di Melfi Giuseppe Maglione che ha pure lanciato l’idea di istituire un Its per la meccatronica, mentre il vice presidente nazionale della Piccola Industria Antonio Braia ha sintetizzato la proposta confindustriale per Melfi che è focalizzata su contratti di sviluppo, industria 4.0, formazione e dichiarazione di area di crisi.