Lunedì 27 giugno 2022 a partire dalle ore 13, presso l’assessorato regionale alle attività produttive alla presenza dell’Assessore Galella, è in programma un nuovo incontro relativamente alla vertenza dei lavoratori della Sicilsaldo.
Vertenza che coinvolge circa 40 lavoratori che da sempre operano all’interno dell’indotto Eni di Viggiano e che da alcune settimane vivono inquietudini e timori a causa del proprio futuro occupazionale.
La Sicilsaldo aveva comunicato a noi come Organizzazione Sindacale, presso la Confapi di Matera, la proroga delle proprie attività per ulteriori 12 mesi, quindi scadenza oltre il 2023; magicamente questa proroga, già assegnata, si è trasformata in una proroga di quattro mesi con scadenza 30 giugno 2022.
A prescindere dalle proroghe e dai misteri ad esse collegate, per la UILM e per i lavoratori esiste un Patto di Sito che prevede regole precise, tra l’altro rinnovate e sottoscritte anche da Eni il 4 maggio 2021.
Ad oggi non conosciamo il destino di questi lavoratori ma deve essere chiaro a tutti che: “non possiamo perdere nessun posto di lavoro, nessuno…e per nessun motivo”.
Riportiamo integralmente il pensiero e le parole di un lavoratore della Sicilsaldo che riassume le inquietudini e l’amarezza di questa situazione surreale: “Cari ingegneri, quando vi sedete ad un tavolo per decidere il taglio del personale dovete capire che difronte non ci sono 1,2,3… Ma Giuseppe, Antonio, Domenico…padri di famiglia che portano un pezzo di pane a casa e vogliono garantire un futuro migliore ai propri figli, o giovani che vogliono crearsi un futuro e non emigrare dalla loro amata terra… Proprio del futuro voglio parlare… Cosa sarà alla nostra Basilicata, già da quasi un decennio i nostri giovani vanno via, i nostri figli, a cui diamo un’istruzione anche costosa per le tasche di un genitore, nella speranza che si realizzino nella nostra terra e puntualmente partono, lontano dai loro affetti… Dove sono le risorse del Petrolio, dov’è ENI e dove la Regione? a noi lucani non servono gli accordi firmati dalla sera alla mattina, non vogliamo il manto stradale perfetto (sempre se c’è) o marciapiedi nuovi, fontane belle, contributi spiccioli di qua e di là…. I pozzi da dove viene estratto l’oro grezzo non sono più in coltivazione, ma sono allo sfruttamento finale… E noi lucani cosa ci abbiamo ricavato? Dove sono gli investimenti, dove il lavoro alternativo al Petrolio, dove il nostro Futuro?”.
Caro Presidente Bardi, ci rivolgiamo direttamente a lei, faccia ogni cosa, faccia rispettare ad Eni non solo gli accordi relativi alle concessioni ma faccia rispettare un qualcosa che va oltre il metro cubo di gas, le royalties, le compensazioni: il lavoro e i posti occupazionali.