Anna Russelli (Segreteria Cgil Basilicata): “In Consiglio regionale della Basilicata ennesima pagina imbarazzante sulla parità di genere. Tante sono ancora le questioni su cui lavorare. La politica tutta non può ignorare fatti tanto gravi, semplicemente sperando che essi cadano nell’oblio. Non lo consentiremo”. Di seguito la nota integrale.
Si è consumata nella giornata odierna una pagina, l’ennesima, estremamente imbarazzante sul tema del rapporto della politica e delle istituzioni lucane con i temi che attengono alla parità di genere e al contrasto a una cultura maschilista e patriarcale che connota in maniera ancora troppo forte la classe dirigente della Basilicata.
Con grande tenacia, infatti, la Commissione Pari Opportunità della Regione Basilicata ha chiesto e ottenuto, per la prima volta, la partecipazione ai lavori del Consiglio regionale, inizialmente negata e poi, a seguito di proteste attuate dalle commissarie presenziando ripetutamente ai lavori, finalmente ottenuta.
Scopo della riunione congiunta era una discussione con il Consiglio sui temi della parità di genere, anche in seguito ai vergognosi fatti avvenuti durante una seduta del Consiglio regionale in cui il consigliere Rocco Leone utilizzava irripetibili frasi sessiste nei confronti dell’assessora Donatella Merra. Per questo motivo, è davvero avvilente e sconfortante assistere all’assenza del presidente Vito Bardi, in primis, e anche di gran parte dei consiglieri e di tutti gli assessori.
Inaccettabile che i massimi rappresentanti politici regionali ritengano non di proprio interesse una discussione su temi che attengono al rapporto tra politica e donne, sugli sforzi da mettere in campo per superare una cultura becera e maschilista ancora troppo presente nelle istituzioni. Gravissima l’assenza e gravissimo il silenzio del presidente che avrebbe il dovere, per il ruolo che ricopre, in quanto rappresentante di tutta la società lucana, donne incluse, di ascoltare con attenzione e rispetto le istanze poste dalla Commissione Pari Opportunità, organismo nel quale siedono donne di tutte le appartenenze politiche, delle associazioni e di altre componenti attive della comunità regionale.
Tante sono ancora le questioni su cui lavorare per colmare divari ancora enormi in svariati ambiti. La politica tutta non può ignorare fatti tanto gravi, semplicemente sperando che essi cadano nell’oblio. Non lo consentiremo.