Alibas, l’integrazione dei Msna e stranieri vulnerabili prosegue con il rafforzamento linguistico attraverso i mestieri
Le rose di Atacama capofila del progetto: ‘Alto numero di certificazioni linguistiche e di adesioni ai corsi professionalizzanti, tra i più richiesti quelli di impastatore e di servizi alla persona”. Di seguito la nota integrale.
‘Io sognavo di venire in Italia a lavorare, per me Alibas è stata una grande opportunità, ho ottenuto una certificazione linguistica econ il corso di assistente alla persona posso migliorare ancora il mio italiano e le competenze richieste dal mio lavoro come badante,ora riesco a sognare una vita migliore qui in Italia’.
Così una delle signore Moldave, vittime di tratta, sotto protezione speciale, che l’associazione lucana del terzo settore “Le rose di Atacama” ha coinvolto anche nel progetto Alibas, dedicato all’integrazione degli stranieri più vulnerabili presenti sul territorio regionale e che prosegue con il rafforzamento linguistico per tutto il mese di luglioe inizi di agosto con i corsi professionalizzanti, esami e attestazioni finali.
Alibasè rivolto agli stranieri richiedenti asilo, titolari di protezione umanitaria, vittime di tratta, donne straniere sole con bambini, stranieri minori non accompagnati ma anche persone arrivate attraverso i percorsi dei Corridoi umanitari. Provengono dal Pakistan, Afghanistan, Nigeria, Costa d’Avorio, Mali, Siria, India, Egitto, Eritrea, Albania, Somalia, Gana, Bangladesh, Nigeria,Camerun, Senegal.
Sono 57gli stranieri che si sono iscritti agli esami Cils a febbraio scorso, con un alto numero di certificazioni conseguite per livelli da A1 a B1. Sono i numeri del secondo ciclo di attuazione del progetto 2021-2022 che ha privilegiato in questa tornata, l’area del Materano, dove risiedono gli stranieri, tra cui minori non accompagnati ospiti nei diversi Sai (Sistemi di Accoglienza e Integrazione).
Dopo un percorso di orientamento e formazione acquisita con ottanta ore di lezioni di italianoe attraverso il superamento dell’esame, l’obiettivo di questa fase del progetto è quella di imparare un mestiereattraverso la scelta di uno dei corsi messi a disposizione dal percorso (acconciatore, operatore del verde, impastatore, sarto e assistente alla persona, corso in modalità on line).
“Insegnare l’italiano agli immigrati è una grande responsabilitàla conoscenza della lingua del paese ospitante per gli stranieri, rappresenta soloil primo passo nel processo di integrazione”. E’questa la filosofiadi Alibas spiega Oriana ZitoMarino vice presidente dell’Associazione capofila che è in partnership con l’Unla, l’UnioneNazionale per la Lotta contro l’analfabetismo con la sezione distaccata di Lagopesole chesi occupa dell’aspettosulle certificazioni che sono riconosciute dall’Unistrasi di Siena.
“Da Tursi a Gorgoglione, in diversi comuni del Materano, risiedono tanti minori stranieri non accompagnati, la maggior parte sono Bengalesi. Auspichiamo di replicare, quanto fatto nella precedente edizione – sottolinea ancorala vice presidente de Le rose di Atacama – ringraziamo anche chi, oggi lavora per la riuscita del progetto con i corsi di rafforzamento linguistico”.
Per la parte inerente la formazione professionalizzante, infatti,l’associazione è ricorsa, secondo quanto previsto dal progetto,all’affidamento esterno tramite evidenza pubblica, per garantire la massima qualità e trasparenza del servizio. Nella passata stagione se ne era occupata Formamentis, per il secondo ciclo di Alibas, l’affidamento a Studio Di ChiaraSrl che sta organizzando i corsi professionalizzanti che stanno generando tanto interesse tra i ragazziche termineranno ai primi di agosto con le attestazioni finali.
“In base alle adesioni abbiamo rafforzato – spiega Oriana Zito Marino – vista la maggiore richiesta, quello di impastatore che tra gli stranieri è molto ambito, così come quello di operatore del verde che offre molte opportunità, per quello di assistente alla persona per il quale abbiamo privilegiato la modalità online per facilitare la partecipazione. Abbiamo già avuto modo di costatare nella passata edizione che la formazione è stata una parte fondamentale del progetto. Abbiamo avuto ottimi riscontridiversi ragazzi hanno continuato a lavorare, come Azedine che ha continuato a operare comemanutentore del verde o come Abdulah come sarto”.