Consiglieri regionali Carmela Carlucci, Gianni Leggieri e Gianni Perrino: “Bardi e la sua giunta disertano il dibattito con la CRPO”. Di seguito la nota integrale.
Di fronte alle prodezze offerteci da questa amministrazione regionale anche i migliori linguisti faticherebbero a trovare le parole e le più opportune definizioni.
Si è svolta ieri l’ennesima seduta consiliare sorretta e sostenuta dalle minoranze, che, nel rispetto delle presenti commissarie della Commissione Regionale Pari Opportunità (CRPO) e del tema giustamente posto all’attenzione della massima assise regionale, non si sono sottratte al proprio ruolo.
L’ormai tristemente noto episodio del già assessore Leone ha portato alla ribalta un tema, quello della parità di genere, assai evocato da ogni parte, ma ben lontano dall’essere affrontato e risolto nella pratica politica e quotidiana.
Dunque, bene ha fatto il Consiglio Regionale ad approvare all’unanimità la risoluzione proposta e suggerita dalla CRPO, attraverso la voce della Presidente Margherita Perretti. Una risoluzione che mira a promuovere un linguaggio di genere in linea con la normativa vigente a livello nazionale e internazionale e ad adottare leggi e provvedimenti tesi a garantire nei fatti e non solo di principio l’effettiva parità di genere.
Il dibattito sviluppatosi in Consiglio e preliminare all’approvazione della risoluzione ha visto protagoniste pesantissime assenze da parte della maggioranza, degli esponenti della Giunta Regionale e, soprattutto, del Presidente Bardi.
Assenze che provano a trincerarsi dietro la vaga formula degli “impegni istituzionali”: Eppure, l’impegno di ieri a tutela della parità di genere non poteva e non doveva essere secondo a nessuno, soprattutto a seguito dei fatti che si sono volgarmente consumati in quell’aula. Se il Presidente Bardi ha preferito evitare il confronto con le commissarie della CRPO, con l’intero Consiglio Regionale e dunque con tutti i lucani, il consigliere Leone ha provato, seppure in modo strampalato, a raffazzonare qualche scusa. Scuse che, come abbiamo ricordato, devono aver convinto soltanto il Presidente Cicala che, anziché applicare il regolamento e le relative sanzioni previste, ha preferito temporeggiare, con la speranza che tutto rientrasse.
Sul piano della effettiva pratica della parità di genere tanto resta ancora da fare. Nel corso della discussione, poi, non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare frasi ancora troppo infarcite di stereotipi, come quella pronunciata dal consigliere Aliandro, il quale ringraziava le donne “Per aiutare gli uomini a prendere decisioni importanti”. In questa frase, apparentemente innocua, si annida ancora l’idea che le donne aiutino e supportino quelle decisioni che poi, alla fine, prendono sempre gli uomini. Ma è qui che il passo dovrebbe cambiare: le donne prendono decisioni importanti ogni giorno, non si limitano a svolgere una funzione ancillare o subordinata di sostegno!
Malgrado alcune ambigue sortite, la risoluzione è stata approvata e, subito dopo, “tana libera tutti”: la maggioranza, ancora una volta, non ha retto e, venuto meno il numero legale, la seduta consiliare è stata sciolta.
La verità è che questa maggioranza non ce la fa: non riesce a governare e, ad oggi, non ha i numeri nemmeno per gestire l’asilo Mariuccia.
Questa amministrazione regionale, e ieri lo ha provato ancora, si situa alle spalle e non alla testa della regione che governa.