Sono stati quelli culturali e creativi, insieme a quello del turismo, i settori maggiormente penalizzati dalla pandemia da Covid-19. L’isolamento forzato per tanti mesi ha negato gli ingressi a musei, biblioteche, gallerie d’arte e teatri, mettendo in ginocchio anche l’aspetto finanziario di queste istituzioni. Si è assistito ad un vero e proprio shock culturale a cui ha avuto seguito un cambiamento forzato che ha spinto le organizzazioni culturali a doversi innovare rapidamente nel campo digitale, concentrando le proprie risorse negli spazi virtuali. Questo impulso verso la digitalizzazione ha però messo a nudo numerose e preesistenti vulnerabilità del settore culturale, in particolar modo in relazione alla mancanza di competenze digitali tra i professionisti della cultura. E’ proprio in questo contesto che nasce il progetto Erasmus+ KA2ADU BoostDigiCulture, la cui sfida principale è quella di migliorare le skills digitali degli operatori culturali che operano nel campo dei musei, gallerie d’arte, biblioteche, librerie, teatri. Si rende necessario instaurare dei percorsi di riqualificazione per sopperire alla carenza di competenze digitali, garantendo una giusta accessibilità all’apprendimento digitale. “Il progetto cerca di offrire alle istituzioni culturali di piccole e medie dimensioni e ai professionisti della cultura – sottolinea la responsabile del progetto, Caroline Walke, della Stiftung Digitale Chancen, capofila delle attività – un insieme completo di strumenti, approfondimenti e una piattaforma e-learning sul miglioramento delle competenze digitali, per potenziare l’offerta e sviluppare nuovi contenuti per il pubblico fruitore e operare una trasformazione digitale nel settore”. Implementare la cultura digitale nelle agende istituzionali degli organi culturali è uno degli obiettivi del progetto che, tramite dei programmi di micro-apprendimento, coinvolgerà professionisti di piccole e medie organizzazioni che operano nel settore culturale-museale. “Promuovere la consapevolezza dell’importanza e del valore della digitalizzazione per queste istituzioni culturali – sostiene Anna Maria Gentile, amministratrice della Exeo Lab Srl, il partner italiano coinvolto nel progetto europeo – è un punto cruciale per agevolare l’attuale offerta culturale e per stimolare anche l’interesse della comunità locale”. Inoltre, per comprendere a fondo le difficoltà e le sfide che i professionisti della cultura hanno incontrato durante il periodo pandemico e a cui fanno fronte tutt’oggi, è stato organizzato un focus group online a cui hanno partecipato tre esperti del settore: Raffaele Pesarini, presidente dell’ente di formazione Studio Domino, docente presso scuola secondaria di IT e volontario di diversi team digitali, Marta Spinelli, tirocinante presso il Museo archeologico nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” e Alessia Pignatelli, tirocinante alla Bibliotheca Hertziana di Roma. Pur provenendo da esperienze professionali differenti, tutti hanno sottolineato la forte necessità di mettere in piedi una formazione ad hoc per gli operatori culturali adulti, per svecchiare il sistema tradizionale della cultura e parlare alle nuove generazioni attraverso sistemi digitali nuovi e avvincenti. Il partenariato europeo ha svolto i primi lavori ieri a Potenza, che proseguono oggi,con l’obiettivo di discutere dell’avanzamento delle attività progettuali, dei riscontri emersi dai focus group realizzati nei paesi partner, e della creazione di un profilo di competenza professionale digitale che funga da linea guida comune per attivare una proficua e valida formazione sul digitale. Partner del progetto la Exeo Lab per l’Italia, oltre a Stiftung Digitale Chancen per la Germania, Synthesis per Cipro, Innovation Hive per la Grecia, Right Challenge per il Portogallo e Icarus Hrvatska per la Croazia.
Lug 05