I Consiglieri comunali di Potenza Bianca Andretta, Giuseppe Biscaglia, Angela Blasi, Marco Falconeri, Roberto Falotico. Angela Fuggetta, Francesco Giuzio, Rocco Pergola, Pierluigi Smaldone, Vincenzo Telesca, Valerio Tramutoli e Franco Fiore in una nota denunciano la situazione “vergognosa” registrata nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Potenza.
La maggioranza si piega e si spezza per le poltrone. Fratelli d’italia non si accontenta delle poltrone ottenute, Idea non riesce ad avere il giusto peso politico e Guarente non riesce a trovare la quadra. Una situazione imbarazzante e che paralizza i lavori del consiglio ed una intera città che ancora aspetta il cambiamento che sembra essere sparito come tutti i presupposti della campagna elettorale del centro destra. È una situazione vergognosa, denunciata dallo stesso sindaco che accusa la sua maggioranza, a cui non si riesce a dare adeguata risposta. Invece di denunciare e vivacchiare, il sindaco prenda atto di non avere più i numeri, reagisca ai continui ricatti subiti e si dimetta per il bene della comunità. È stato l’ennesimo consiglio comunale durato pochi minuti ed a spese dei cittadini. C’è una maggioranza che si riunisce solo per rivendicare posizioni da Manuale cencelli tralasciando tutti i problemi che vive quotidianamente la nostra città. Così come in regione, così al comune di potenza. Stessa maggioranza, stessi litigi, stessi livori e stessa incapacità. L’incapacità di rappresentare le istituzioni, di avere un’etica, di connettersi ai bisogni dei cittadini. E mentre si litiga si perdono occasioni, fondi, Pnrr, opportunità. L’opposizione è rimasta in aula anche per verificare la possibilità di consentire i lavori aventi all’odg anche la trattazione dei debiti fuori bilancio relativi ad importi derivanti da sentenza la cui liquidazione cittadini ed imprese aspettano da tempo, ma questo sembra non importare ad una maggioranza consiliare incapace di ripiegarsi sulla documentazione e scollegata dai problemi reali di Potenza.
È tutto fermo, è tutto peggiorato. È deprimente. Si prenda atto del totale fallimento e per evitare ulteriori disastri si torni immediatamente al voto.