Summa (Cgil Basilicata): “La sanità lucana è in coma profondo. Le aziende sanitarie sono ormai senza guida e affogate in un pantano gestionale. Si rischia un vero e proprio collasso per la carenza di medici”. Di seguito la nota integrale.
“La sanità lucana è in coma profondo, un coma farmacologico indotto da questo governo regionale, che di fatto sta scardinando un sistema che negli ultimi 20 anni si è distinto come eccellenza dell’intero sud”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Basta leggere la lunga storia riformatrice iniziata nel lontano 1997 fino al 1999 – continua il leader sindacale – proseguita poi con la riforma delle Asl e la legge 4 del 2007 sul welfare che continua tutt’oggi a essere una best practice presa a riferimento, senza tralasciare le campagne di screening che sono state antesignane nel nostro Paese di tutte le iniziative di prevenzione della salute e senza dimenticare lo stesso sistema dell’emergenza urgenza (118), unico in Italia ad essere completamente pubblico e ramificato in tutto il territorio e che a oggi è presidio importante per assicurare il diritto alla salute “.
Per Summa “a differenza di quanto ventila chi governa questa regione, che preferisce slogan e narrazione rispetto ai fatti, la realtà è quella che abbiamo tutti sotto gli occhi: ad eccezione del San Carlo, le aziende sanitarie lucane sono ormai senza guida e affogate in un pantano gestionale, basti solo pensare a quel che accade al Crob.
La questione più grave – prosegue il segretario della Cgil lucana – è che l’immobilismo di questi tre anni, la mancanza di programmazione e pianificazione unitamente ai fallimenti sulle nomine, che non hanno bisogno di ulteriori commenti, preannunciano quello che si profila nei prossimi mesi: un vero e proprio collasso per la carenza di medici, che rappresenta il dramma più pensante per il sistema sanitario regionale che si troverà a gestire ulteriori contenitori vuoti con la missione 6 del Pnrr.
Vorrei ricordare – conclude Summa – che non tutti i lucani possono curarsi al Cardarelli o al San Raffaelle. Abbiamo bisogno di difendere il diritto alla salute dei lucani, il diritto di poter accedere aduna sanità di qualità nel proprio territorio, un diritto che sembrerebbe ormai a rischio. Altro che gas gratis ai lucani. Si utilizzino le risorse per un grande investimento sulla sanità e sul welfare pubblico della nostra regione. E si apra un confronto partecipato con sindaci e organizzazioni sindacali per mettere in sicurezza la nostra sanità e la salute dei lucani”.