“La nomina del nuovo direttore generale dell’Arpab è l’ennesima testimonianza del modus operandi di questa giunta, per la quale nominare dirigenti e direttori generali senza requisisti sembra essere diventata la prassi”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “Potremmo – continua – trovarci di fronte all’ennesima elusione delle norme da parte di questo governo regionale. La legge regionale numero 1 del 2020 di riordino dell’Arpab stabilisce con chiarezza i requisiti necessari per ricoprire il ruolo del direttore dell’agenzia ambientale, rimandando a quelli declinati all’articolo 8 della legge 132 del 2016. Il primo requisito richiesto – sottolinea Summa – è proprio la competenza in materia ambientale insieme all’esperienza gestionale, con la conseguente responsabilità di risorse umane e finanziarie. Da quel che ci è dato al momento conoscere non sarebbero elementi rinvenibili nel curriculum del geologo Ramunno.
Sappiamo, invece – aggiunge il leader sindacale – della sua candidatura nel 2019 con il centrodestra e della recente collaborazione nel gruppo politico del consiglio regionale. Dagli elementi oggi in nostro possesso sembrerebbe una nomina più orientata a favorire il ruolo e la comunanza politica che non il merito.
Proprio per fare chiarezza sulla procedura e i criteri adottati nella scelta, questa mattina, anche alla luce delle denunce pervenute al sindacato da alcuni dei candidati, abbiamo avviato l’iter per l’accesso agli atti. All’esito – conclude Summa – valuteremo le conseguenti azioni da intraprendere.
Non possiamo consentire che la legge diventi una subordinata agli interessi di parte e ci saremmo aspettati che il presidente della Regione Vito Bardi se ne fosse fatto garante, quale uomo di legge che ha ricoperto ruoli importanti nelle istituzioni del nostro paese, prima ancora che da presidente e da politico”.