Fp Cgil Potenza: impensabile chiudere per ferie Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Villa d’Agri. Si attivino subito soluzioni temporanee e si apra un confronto sul futuro dei servizi del dipatimento di salute mentale. Di seguito la nota integrale.
Si può pensare di arrivare a chiudere un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), ovvero un servizio ospedaliero dove vengono attuati trattamenti psichiatrici volontari ed obbligatori in condizioni di ricovero, per permettere al personale di fruire delle legittime e contrattuali ferie estive? Quella di una chiusura, seppur temporanea, non è mai la scelta giusta, ma quando si tratta di pazienti psichiatrici diventa impensabile si debba ricorrere a soluzioni così estreme.
Sono almeno tre anni che denunciamo, in solitaria e inascoltati, il grave stato di sofferenza in cui versa il Dipartimento salute mentale, cui afferiscono anche i SerD; un enorme lasso di tempo durante il quale non abbiamo registrato alcuna volontà di mettere mano ad una situazione delicata, trovando soluzioni strutturali. Ora, deflagrata l’emergenza, chiediamo si attivino subito soluzioni temporanee atte a scongiurare la chiusura e si apra subito un confronto sul futuro del servizio.
Se dovesse chiudere Villa D’Agri, lo Spdc di Potenza non potrà garantire, solo in tutta la provincia, i livelli essenziali di assistenza,considerato che già oggi entrambi i reparti hanno ricoveri in sovrannumero. Come si potrà assicurare la sicurezza degli operatori e il servizio agli utenti? Era solo il mese di aprile scorso quando, a causa della positività al covid di 3 medici, il reparto di Potenza chiuse, con trasferimento dei pazienti su Villa D’Agri e una catena di pesanti conseguenze per operatori e famiglie. Oggi ci troviamo alle porte di una nuova, e in questo caso programmata, chiusura.
Una situazione che non possiamo che definire ormai tragica: all’insufficienza dei posti letto, palesati dal cronico sovraffollamento di entrambi gli Spdc di Potenza e Villa D’Agri, con cui gli operatori e i pazienti giornalmente si scontrano da tempo, si aggiunge il dato dell’elevato tasso di ospedalizzazione, legato all’assoluta inadeguatezza dei servizi territoriali, che vivono dal canto loro situazioni emergenziali e drammatiche, con un numero di psichiatri palesemente insufficiente a coprire le reali necessità e i bisogni di salute di questa regione. Impensabile, pertanto, qualunque supporto, alle condizioni date, per gli Spdc dai servizio territoriali. Tra pensionamenti, dimissioni di personale che trova stabilità in altre aziende, ferie e malattie, ormai è impossibile garantire i turni e si rischia l’implosione. Le guardie notturne nei reparti vengono effettuate dai medici di medicina generale e eventuali emergenze che necessitano di consulenze sono gestite con la telemedicina. Ma anche questo non basta. Una situazione gravissima che nel tempo si è scelto di non affrontare, depotenziando di fatto i servizi. I centri di salute mentale territoriali, che in base alla legislazione di settore dovrebbero essere aperti 12 ore al giorno, allo stato attuale riescono a garantire solo l’apertura di mattina l’apertura e la situazione appare sempre più drammatica, con conseguente aumento delle urgenze e del disagio, in un circolo vizioso nel quale il mancato potenziamento delle strutture territoriali non fa altro che sovraccaricare gli Spdc, con i reparti ospedalieri che vanno a loro volta in sofferenza. Da tempo si parla di concorso per psichiatri, ma ad oggi non ce n’è traccia e molti dei medici nel tempo arrivati per avvisi pubblici a tempo determinato hanno vinto concorsi altrove e sono andati via: alla scarsa attrattività del nostro territorio, si aggiunge, purtroppo, l’inerzia che sottrae ulteriori preziose risorse.
A fronte di tutto ciò, nella spesa sanitaria per la salute mentale la Basilicata è fanalino di coda nella graduatoria nazionale.
E’ evidente che sia esplosa una vera e propria emergenza, che ha necessità di essere affrontata in maniera decisa, incisiva e veloce, attraverso una pianificazione regionale capace di fronteggiare le criticità mettendo un argine all’inadeguata gestione dei dipartimenti cui continuiamo ad assistere.
Ritorniamo, pertanto, a chiedere con estrema urgenza l’apertura di un tavolo regionale sul tema della salute mentale, anche al fine di comprendere le misure che la Regione Basilicata, di concerto con L’Azienda Sanitaria, intende mettere in atto per superare la drammatica contingenza e ripensare al superamento del gap tra lo stato attuale della salute mentale nella regione e gli impegni di uno standard di spesa assunti da tempo dalla Conferenza Stato Regioni e mai minimamente rispettati.